Cerca
Chiudi questo box di ricerca.

Il ruolo del core nella riabilitazione dell’LCA

Parlare di core training e allenamento del tronco è sensato in ottica di return to play post LCA? Ma perchè?

rottura legamento crociato
Banner Orizzontale

Perchè ha senso parlare di core training e allenamento del tronco nel contesto dell’LCA? Nel panorama dello sport non professionistico (ma non solo), la riabilitazione dopo la ricostruzione del legamento crociato anteriore (ACLR) è spesso afflitta da problematiche significative, tra cui bassi tassi di ritorno alla performance e alte percentuali di re-infortunio.

Nonostante l’84% degli atleti si aspetti di tornare allo sport entro 12 mesi, solo il 24% raggiunge effettivamente questo obiettivo. Parallelamente, i tassi di re-infortunio del LCA rimangono elevati, con fallimenti dell’innesto che toccano il 14% negli adulti e il 28% nei giovani atleti. Questi dati sollevano un interrogativo cruciale per i professionisti della riabilitazione: sono gli atleti a fallire la riabilitazione, o è la riabilitazione a fallire gli atleti?

 

ACLR: cosa sbagliamo?

 

infortunio al legamento crociato anteriore

Il dibattito sulle cause degli infortuni del LCA è complesso e multifattoriale, e la comunità della performance e della riabilitazione fatica a giungere a conclusioni definitive. Tra i molti fattori presi in considerazione, lo sviluppo della forza e della capacità del tronco (core training), e la loro traduzione in un movimento efficiente sul campo, sono elementi spesso discussi.

Nonostante la sua rilevanza, il tronco viene continuamente trascurato nel percorso riabilitativo in favore delle capacità tissutali locali. Questo articolo si propone di delineare l’importanza della biomeccanica del tronco nel contesto dell’infortunio del LCA e di evidenziare metodi pratici per il ricondizionamento della forza atletica del tronco (o core training) durante la riabilitazione post-ACLR, basandosi su evidenze scientifiche e pratiche cliniche.

 

Anatomia funzionale del tronco e del core: azioni e anti-azioni

 

core antitorsione

Il tronco rappresenta un sottosistema unico, la cui funzione primaria è la produzione e il controllo della forza attraverso molteplici piani di movimento, mediando il carico tra gli arti inferiori e superiori. Un punto fondamentale per i clinici in ambito riabilitativo è comprendere la distinzione tra l’azione di un muscolo e la sua azione di resistenza antagonista. Abbiamo già discusso abbondantemente del ruolo del core nello sport.

L’esempio più calzante è quello della parete addominale: pur essendo dominante nella flessione attraverso contrazioni isotoniche (come nel sit-up), l’ attivazione isometrica del “core” fornisce una resistenza anti-estensione durante esercizi come il plank o il dead bug. Queste due funzioni si intrecciano in sport che richiedono cambi di direzione frequenti e ad alto carico, dove gli atleti devono posizionare il tronco in modo specifico per prepararsi al contatto e resistere a forze esterne, mantenendo una posizione corporea ottimale.

Il tronco può essere suddiviso in due sezioni principali:

  • Tronco anterolaterale. Questa parete è composta dagli obliqui interni ed esterni, insieme al trasverso e al retto dell’addome. I suoi ruoli funzionali primari includono la flessione laterale, la rotazione e la flessione del torace.
  • Tronco posteriore. Questa sezione include il complesso del quadrato dei lombi, l’iliopsoas, il diaframma e la vasta rete di estensori lombari. Il suo ruolo principale è fornire supporto estensorio attorno alla colonna vertebrale e produrre flessione laterale.

In sport di squadra, la muscolatura del tronco agisce prevalentemente per resistere e dissipare la forza attraverso il corpo, piuttosto che produrla attivamente. Tuttavia, compiti specifici come calciare, passare o colpire con una racchetta o una mazza possono richiedere una potente produzione di forza.

 

Meccanismi di infortunio dell’LCA e considerazioni neuromuscolari

 

legamento crociato anteriore

Il legamento crociato anteriore è costituito da due fasci legamentosi che si attaccano dalla superficie posteriore del condilo femorale alla porzione anteriore della spina tibiale. Il fascio anteromediale resiste principalmente al movimento del ginocchio in flessione, mentre il fascio posterolaterale è teso quando il ginocchio è in estensione.

Il ruolo anatomico primario del LCA è resistere alla traslazione tibiale anteriore della tibia sul femore, con ruoli secondari nel controllo della rotazione interna ed esterna della tibia. L’infortunio del LCA si verifica quando la forza di taglio tibiale anteriore – che tira la tibia anteriormente – in combinazione con un aumento del carico rotazionale, supera la capacità di controllo del legamento nativo.

Gli atleti che praticano sport multidirezionali sono a maggior rischio di tali infortuni. I modelli comuni di meccanismo di infortunio includono:

  1. Atterraggio con il ginocchio esteso. Questo aumenta la forza muscolare del quadricipite, spostando livelli più elevati di carico relativo sul LCA e limitando la co-contrazione protettiva degli ischiocrurali.
  2. Atterraggio con il tallone. Aumenta la forza di reazione al suolo diretta verso il ginocchio e riduce l’attività dei flessori plantari nella dissipazione della forza.
  3. Atterraggio con appoggio del piede largo. Aumenta i momenti di abduzione del ginocchio, impone un carico rotazionale sul ginocchio e riduce l’effetto protettivo dell’attività muscolare dell’anca e del tronco.

 

Come avviene l’infortunio: perchè il core è importante?

 

È cruciale notare che la rottura del LCA avviene solitamente entro i primi 40 millisecondi dal contatto con il suolo, eliminando la capacità del corpo di riorganizzare la sua strategia dopo aver iniziato un atterraggio o un cambio di direzione.

Dal punto di vista neuromuscolare, sebbene il ripristino della forza e della massa del quadricipite e del sito donatore sia un obiettivo comune nella riabilitazione post-ACLR, una considerazione meno comune è l’impatto propriocettivo dell’inserimento di un innesto sull’articolazione tibiofemorale. Dal punto di vista istologico, il tessuto dell’innesto del LCA, indipendentemente dall’origine autologa o allogenica, non possiede le stesse capacità meccanocettoriali del tessuto LCA nativo.

I meccanocettori del tessuto LCA forniscono funzioni propriocettive per il ginocchio inducendo una risposta afferente che segnala i cambiamenti posturali, un fenomeno noto come “riflesso del LCA”. La ricostruzione del LCA interrompe questo processo. Pertanto, il professionista della riabilitazione deve comprendere come la promozione di un’efficienza di movimento ottimale e il trasferimento del carico dai segmenti prossimali a quelli distali possano compensare l’impatto negativo della ridotta attività tissutale muscolare locale durante compiti altamente caotici. Questo è il punto in cui il core training diventa fondamentale.

 

Core training e riabilitazione dell’LCA

 

deadbug

Il core svolge una vasta gamma di ruoli nel facilitare la performance sportiva, che vanno ben oltre la sola mitigazione del rischio di infortunio. Questi ruoli si possono riassumere nella resistenza e nella produzione di forza. Per gli atleti di sport di contatto, in particolare, la capacità di assorbire e trasmettere efficacemente la forza in modo integrato attraverso il tronco e le estremità fornisce una piattaforma di stabilizzazione efficace per tollerare contatti ripetuti.

I professionisti della riabilitazione devono riconoscere che una delle difese più efficaci contro gli infortuni è la capacità di dissipare la forza attraverso l’arto inferiore. Insegnare strategie di movimento che sviluppino e migliorino questa abilità, insieme all’allenamento della forza necessaria per eseguirle, sono meccanismi che devono essere affrontati con l’atleta dopo l’infortunio. Il movimento prossimale a livello del tronco ha un ruolo sostanziale nell’influenzare la biomeccanica e nel moderare il carico sperimentato nel ginocchio. Un aumento della flessione laterale e della rotazione lontano dalla direzione di taglio prevista sono associati a momenti di abduzione del ginocchio e momenti di reazione al suolo più elevati, entrambi i quali aumentano la sollecitazione sul LCA.

 

Non guardiamo solo agli arti inferiori

 

La forza eccentrica dei quadricipiti e degli ischiocrurali di un atleta è riconosciuta come lo strumento più importante per il controllo e la capacità di decelerazione. Recenti modelli di previsione degli infortuni hanno analizzato strategie biomeccaniche specifiche durante i cambi di direzione non pianificati e i loro ruoli nell’infortunio del LCA. Le variabili chiave includono la posizione del centro di massa rispetto al ginocchio nel piano frontale, il drop pelvico e gli angoli di flessione laterale del tronco.

Questi fattori combinati offrono un’accuratezza del 67,7% nella previsione del re-infortunio del LCA. Sebbene la nostra capacità di influenzare il movimento di un atleta sul campo durante le richieste caotiche dello sport sia discutibile, possiamo influenzare queste variabili attraverso compiti pianificati e non pianificati durante la riabilitazione. Questi movimenti possono servire come strumento di screening per valutare la capacità dell’atleta di controllare e gestire le proprie strategie di movimento sul campo o in palestra.

 

Programmazione del core training nella riabilitazione post-ACLR

 

crawl shoulder tap

I professionisti della riabilitazione sportiva dovrebbero disporre di un sistema in grado di facilitare il core training fin dal giorno in cui l’atleta lascia la sala operatoria. Questo fornirà una piattaforma per la transizione verso compiti integrati più avanti nel percorso riabilitativo. È fondamentale implementare il carico il più precocemente e in modo più sicuro possibile nel percorso dell’atleta. Il modello di progressione-regressione deve essere basato sulle esperienze di competenza motoria dell’atleta, limitando le posizioni che mettono a rischio il ginocchio compromesso, pur facilitando un effetto allenante.

La transizione da una fase di riabilitazione alla successiva non qualifica automaticamente un atleta per progredire ulteriormente nel modello. È necessario essere attenti a non selezionare variazioni eccessivamente complesse per atleti con un basso “training age” o una scarsa competenza tecnica.

 

Esempi di esercizi per il core training 

 

Nella tabella di seguito, categorizziamo ed evidenziamo una serie di esercizi con obiettivi e progressioni per il rafforzamento del core/tronco.

Categoria di Esercizio Descrizione e Obiettivo Esempi di Esercizi Note sulla Progressione
Anti-Flessione/Estensione (Prono) Rafforzamento della capacità del tronco di resistere a movimenti di flessione ed estensione, stabilizzando la colonna. Plank elevato, Plank hold, Plank dinamico, Rollout, Kneeling SB rollout, GHD holds, GHD perturbations. Iniziare con posizioni statiche (plank), progredire con movimento (rollout, plank dinamico) o instabilità/carico (GHD, perturbazioni).
Anti-Flessione/Estensione (Supino) Miglioramento della stabilità del tronco resistendo a flessione ed estensione dal decubito supino, spesso coinvolgendo il movimento degli arti. Deadbug (con SB/piatto, PB, dinamico), Hollow hold, Leg raises, V snaps, Dragon fly. Iniziare con movimenti controllati degli arti (deadbug), progredire a posizioni isometriche più impegnative (hollow hold) e movimenti complessi (V snaps, dragon fly).
Anti-Rotazione Sviluppo della capacità del tronco di resistere alle forze rotatorie, mantenendo la stabilità torsionale. Pallof hold, Pallof press, Pallof press (chaos), Woodchop (PB, cavo), Landmine rotation, Landmine half moon. Iniziare con tenute isometriche (pallof hold), progredire con movimenti controllati (pallof press) e aggiungere instabilità/velocità (chaos, woodchop, landmine).
Anti-Flessione Laterale Aumento della stabilità laterale del tronco e della resistenza alla flessione laterale. Banded side flexion, Side plank (SL, LL, integrazione), GHD side hold, GHD side flexion (caricato/perturbazione). Iniziare con tenute isometriche (side plank), progredire aggiungendo movimento (side flexion) o instabilità/carico (integrazione, GHD, perturbazioni). Considerare appoggio su una gamba (SL) o due (LL).

 

Core training: seguire una giusta progressione

 

Un errore comune dei giovani professionisti è far progredire gli atleti verso modelli motori più esigenti troppo precocemente. La progressione nel core training non deve sempre avvenire attraverso l’aumento della complessità del compito. Un approccio efficace è la “lateralizzazione attraverso l’integrazione”, che integra richieste fisiche o cognitive secondarie e concorrenti.

Questo permette di aumentare la difficoltà e la richiesta del movimento mantenendo l’atleta in una posizione tecnicamente competente, senza semplicemente passare a un esercizio più difficile. Un esempio potrebbe essere l’aggiunta di una componente di flessione dell’anca con mini-band a un tradizionale side plank, invece di passare direttamente a un GHD hold più complesso.

 

Programmazione del core training in una sessione riabilitativa

 

atterraggio

Ogni blocco di una sessione riabilitativa ha uno scopo specifico, mirato a facilitare cambiamenti nel movimento dell’atleta.

  • Preparazione. Pre-condizionamento acuto per facilitare un carico ottimale e ridurre il dolore durante la sessione (es. carico isometrico per sollievo dal dolore o stimolo neurale).
  • Blocco dell’Andatura. Esercizi focalizzati sul ripristino della capacità dell’atleta in accelerazione, velocità massima e posizioni sul piano frontale, spesso eseguiti nelle fasi che precedono il ritorno alla corsa.
  • Blocco della Velocità. Interventi per aumentare la capacità pliometrica dell’atleta, in base alla fase del continuum pliometrico più adatta.
  • Blocco della Forza. Componente chiave della sessione, con gli interventi primari per il ricondizionamento della forza e della potenza atletica.
  • Blocco della Resilienza. Allenamento aggiuntivo per il sito donatore o per un deficit specifico.

All’interno di questi blocchi, l’allenamento diretto del tronco (core training) dovrebbe trovare posto nel blocco della forza dell’atleta. Gli esercizi vengono categorizzati come:

  1. Movimento Primario. Schema di movimento fondamentale, solitamente con elevata richiesta neurale e punto focale di una sequenza.
  2. Movimento Supplementare. Aiuta nello sviluppo degli obiettivi di allenamento primari.
  3. Movimento Accessorio. Schema di movimento che contribuisce allo sviluppo atletico generale e alla resilienza agli infortuni.

La maggior parte del lavoro basato sul tronco rientra nella categoria dei movimenti accessori. Generalmente, si consiglia di affrontare due “stream” di sviluppo del tronco per sessione. È fondamentale che il clinico dia priorità e sviluppi i programmi in base alle esigenze specifiche dell’atleta, all’età di allenamento e ai fattori contestuali, piuttosto che seguire protocolli obbligatori o minimi.

Conclusioni

 

bird dog

L’insulto neurologico dovuto all’infortunio, alla ricostruzione e al prolungato decondizionamento compromettono la coordinazione del controllo del tronco (core control) post-ACLR. Le strategie di movimento alterate al ritorno a compiti altamente caotici e basati sul cambio di direzione pongono l’atleta a rischio di un infortunio secondario del LCA, ipsilaterale o controlaterale. E’ importante applicare queste strategie, assieme alle altre evidenze scientifiche per ridurre questo rischio.

Il tronco svolge un ruolo fondamentale nel mediare e distribuire le forze che agiscono sul ginocchio durante gli atterraggi e i compiti di cambio di direzione. L’integrazione precoce di “stream” di sviluppo del tronco, sia isolati che integrati, pone l’atleta in una posizione vantaggiosa quando la riabilitazione si sposta verso compiti intersegmentali più complessi.

I professionisti della riabilitazione dovrebbero considerare l’importanza del core training e dei suoi diversi “stream” di sviluppo quando riabilitano gli atleti dopo un infortunio al LCA. Lo sviluppo di un sistema per periodizzare efficacemente i programmi, al fine di affrontare ogni pilastro della performance del tronco, assisterà i professionisti nel riportare efficacemente un atleta alla piena performance.

Banner Orizzontale
Alessandro Lonero
Preparatore fisico 360 Futsal. Esperto di allenamento in palestra, preparazione fisica e nutrizione segue atleti professionisti e lavora nel futsal professionistico. Cura nel dettaglio il programma nutrizionale e la periodizzazione dei carichi di allenamento di tantissimi atleti professionisti e amatori.
Banner Verticale