Dolore all’anca nello sport

Un dolore forte all'anca può provocare uno stop nell'atleta. Scoprire, curare e prevenire l'infiammazione che colpisce l'articolazione l'anca è molto importante.
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Il dolore all’anca può essere provocato da un’infiammazione detta coxalgia. Il dolore è piuttosto frequente negli sportivi soprattutto nei runner.

La coxalgia, infatti,  è una patologia che può colpire chiunque, a qualsiasi età e per cause diverse.
Tra gli sportivi, è diffusa nel mondo del podismo visto l’eccessivo stress a cui sono sottoposte le anche durante la fase della corsa, ma accade anche in molti altri sport.

In questo articolo abbiamo scritto una piccola guida che ti possa aiutare a capire, a comprendere e a prevenire questa particolare infiammazione.

L’anatomia dell’anca

L’articolazione dell’anca è un’articolazione sinoviale a sfera e presa formata da un’articolazione tra l’acetabolo pelvico e la testa del femore.

L’anca forma un collegamento tra l’arto inferiore e la cintura pelvica, ed è progettata per la stabilità e il supporto del carico piuttosto che una varietà di movimenti.

L’articolazione dell’anca consiste in un’articolazione tra la testa del femore e l’acetabolo del bacino.

L’acetabolo è una depressione simile a una coppa situata sulla parte infero-laterale della pelvi. L’acetabolo e la testa del femore sono coperti dalla cartilagine articolare, che è più spessa nei punti di carico.

La capsula dell’articolazione dell’anca si attacca prossimalmente al bordo dell’acetabolo, mentre distalmente, si collega alla linea intertrocanterica anteriormente e al collo del femore posteriormente.

I movimenti dell’anca

Entrando nell’analisi dei movimenti sportivi e dei movimenti specifici che può avere l’articolazione dell’anca sono da elencare i seguenti:

  • Flessione – iliopsoas, retto femorale, sartorio, pectineo

  • Estensione – gluteus maximus; semimembranoso, semitendinoso e bicipite femorale (i muscoli posteriori della coscia)

  • Abduzione  gluteus medius, gluteus minimus, piriformis e tensore fascia latae

  • Adduzione : adduttori longus, brevis e magnus, pectineus e gracilis

  • Rotazione laterale – bicipite femorale, grande gluteo, piriforme, assistita da otturatori, gemelli e quadrato femorale.

  • Rotazione mediale – fibre anteriori di gluteo medio e minimo, tensore fascia latae

L’estensione dell’articolazione dell’anca è limitata dalla capsula articolare e dal legamento ileo – femorale.

Quali sono le possibile cause del dolore all’anca?

Tra i fastidi principali che gli atleti possono avere all’anca ci sono varie condizioni e patologie molto comuni:

  • la coxartrosi
  • la trocanterite
  • la coxa vara e valga 
  • la displasia congenita dell’anca.

Che cosa è la Coxalgia?

Con il termine coxalgia si intende il dolore dell’anca, una condizione caratterizzata da un dolore tipicamente localizzato nell’adduttore e anche nella zona del gluteo. Chi ha fastidio all’anca è molto limitato funzionalmente e ha grosse difficoltà sia nella deambulazione sia nella corsa.

È una patologia cronico-degenerativa della cartilagine dell’anca dovuta ad una degenerazione strutturale dei capi articolari che ne compromette la funzionalità e la normale deambulazione.

Le cause principali sono:

  • traumi diretti
  • problematiche del piede, ginocchio e bacino
  • posture scorrette
  • sovraccarichi funzionali

Come si manifesta l’artrosi dell’anca?

L’artrosi è una delle patologie articolari più frequenti, anche se raramente colpisce l’anca, ma quando ciò accade può diventare invalidante.

L’incidenza aumenta con l’età, oltre i 65 anni circa il 10% della popolazione è affetta da un’artrosi dell’anca, e per gli sportivi (over 65) può essere problematica.

Possiamo distinguere due forme principali di artrosi:

  • La forma idiopatica o primitiva, conseguenza di uno squilibrio tra degenerazione e rigenerazione del rivestimento cartilagineo 
  • Le forme secondarie , con ’insorgenza più precoce e la loro causa può essere post-traumatica, oppure conseguente a malformazioni congenite o a patologie insorte nell’adolescenza

Cosa fare per artrosi anca?

Essendo una patologia degenerativa che colpisce spesso la popolazione over 65, bisogna tenere in considerazioni alcuni aspetti per il trattamento.

Il trattamento dipende dalla fase in cui si trova questa patologia e si può intervenire in questo modo

  • fasi iniziale:  trattamento con terapia medica antidolorificariposo, movimento
  • in progressione:  terapia infiltrativa intra-articolare e l’uso di un bastone per favorire la deambulazione.
  • fase finale: l’intervento di artroprotesi

Artrosi anca e sport

Quando si sviluppa una artrosi dell’anca, l’articolazione diventa “più delicata” ed occorre avere alcune attenzioni nell’attività fisica. Infatti, il rischio è che quando si sviluppa un’artrosi all’anca il paziente abbia talmente tanto dolore da interrompere l’attività fisica per un lungo periodo.

Per evitare questo è consigliabile ridurre l’intensità (chiedendo ad esempio indicazioni sulla percezione del dolore) e l’impegno fisico dello sport praticato. Si deve seguire un protocollo a basso impatto sull’articolazione dell’anca, preferendo sport come nuoto e la bicicletta, solo se non vi è dolore.

Anche la camminata ed il ballo sono concesse, sempre evitando attività intense. Fondamentale nelle persone più ”anziane” è la riduzione del peso corporeo che gioca un ruolo fondamentale nello scaricare le strutture articolari.

Dolore all’anca: che test eseguire? 

In  molti pazienti e atleti alle prese o con una semplice coxalgia o con un’artrosi d’anca è facile avvertire dolore anche durante la camminata.

Nel paziente giovane, tra i 20 e 50 anni, con una coxalgia dall’esordio insidioso, senza precedenti traumi, vale sempre la pena escludere altre cause di dolore come il dolore lombare o pelvico, e cercare di classificare le possibili cause di dolore all’anca:

  • extra-articolare (sdr. del piriforme, borsite trocanterica o dello psoas)
  • intra-articolare senza deformità ossee associate (lesioni labrali, cartilaginee, corpi mobili, sinoviti,)
  • intra-articolare con incongruenza articolare (forme fruste di displasia, conflitto femoro-acetabolare a camma o a tenaglia, esiti di Perthes, epifisiolisi, necrosi ischemica) e degenerazione artrosica incipiente o avanzata (Pisanu, 2013).

L’indagine clinica 

È utile indagare le attività fisiche del paziente, lavorative e/o sportive, e caratterizzare il dolore e le manovre che lo determinano o lo alleviano (Pisanu, 2013).

Nel conflitto femoro acetabolare il dolore solitamente è inguinale ma può essere anche trocanterico e/o gluteo (dolore a “C”), si manifesta nelle attività che richiedono flessione-adduzione e intra-extrarotazione
(incrociare le gambe, calciare il pallone) e talvolta durante la stazione seduta prolungata (Pisanu, 2013).

Un esame clinico accurato deve includere la valutazione dell’escursione articolare su tutti i piani, del tono,
della forza e del trofismo muscolare (Pisanu, 2013). 

Test del conflitto

Si evoca dolore alla flessione, intrarotazione e adduzione dell’anca a 90°, o anche meno in presenza di un grave conflitto anteriore; non è molto specifico (è positivo sia per lesioni intra- che extra-articolari), ma deve essere positivo per avvalorare l’ipotesi di un conflitto anteriore.

Test di Ribas di compressione-decompressione

Decomprimendo l’articolazione ai gradi di movimento che evocano dolore al test del conflitto, si allevia il
dolore quando questo è di origine intra-articolare; è un test molto sensibile e specifico per le lesioni intra-articolari;

Test di Patrick (FABER)

Si evoca dolore ponendo l’arto da esaminare a quattro, flessione abduzione ed extrarotazione
e provocando una pressione verso il basso del ginocchio (extrarotazione dell’anca).

Test del conflitto posteriore

Nel paziente supino, con anca da valutare in lieve iperestensione, si evoca dolore con una extrarotazione. Test poco specifico e spesso positivo nelle lesioni labrali associate a lieve displasia ma anche nel conflitto femoro acetabolare posteriore o nelle lesioni condrali della parete posteriore caso di conflitto di tipo a tenaglia globale.

Diagnostica per immagini

Visualizza immagine di origineIl ruolo della radiologia tradizionale è fondamentale nella diagnostica della coxalgia nel giovane e nel giovane adulto, non solo per escludere una artrosi conclamata, o magari gli esiti di una displasia o di una epifisiolisi o Perthes, ma anche per studiare quelle minime incongruenze anatomiche da sempre considerate nei “limiti della norma” ma che possono invece indirizzare verso la diagnosi di conflitto femoro-acetabolare.

Tali condizioni Murray già nel 1965 postulava potessero essere la causa sconosciuta di tante artrosi “idiopatiche” (Pisanu, 2013).

Quali esercizi per il dolore all’anca

Quando si parla di esercizio terapeutico e di trattamento si deve pensare a migliorare prima di tutto la mobilità dell’anca (non in una fase acuta) per evitare di sovraccaricare la zona dolente.

In questo video abbiamo inserito una routine di mobilità articolare che può essere adattata a tutti i livelli e alle varie problematiche.

 

A quale specialista rivolgersi?

Quando hai una problematica all’anca è bene affidarsi ad un professionista, un medico, che valuti la tua sitauzione.

Attraverso i test e gli esami specifici è in grado di stabilire una diagnosi e poi un protocollo di recupero. Il medico ti indirizzerà verso un professionista della terapia manuale/strumentale (fisioterapista) che ti potrà aiutare a ripristinare il ROM mancante e ti aiuterà nelle prime fasi.

Nel mantenimento, controllo ed allenamento di lungo periodo è bene affidarsi poi ad un preparatore atletico o chinesiologo, specializzato ed esperto di movimento che ti aiuterà durante i tuoi programmi di allenamento.

 

 

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