Scale psicometriche: che cosa sono

Le scale psicometriche sono state introdotte in psicologia e poi nel campo sportivo per attribuire un valore in maniera semplice ad un auto-valutazione del soggetto. Nel campo sportivo le più conosciute sono l'RPE, la TQR e la VAS.
Banner Orizzontale

Prima di introdurre le scale psicometriche, spieghiamo cos’è la psicometria. 

La psicometria è una scienza che si occupa della teoria e della tecnica della misura in ambito psicologico. Include, inoltre, la presunta misura della conoscenza, delle abilità, degli atteggiamenti e delle caratteristiche della personalità.

Il campo di applicazione e ricerca coinvolge principalmente due aspetti:

  • la costruzione degli strumenti e delle procedure per la misura;
  • lo sviluppo ed il perfezionamento dei metodi teorici della misura.

Al preparatore fisico e all’allenatore, come abbiamo già visto in questo articolo, sono molto utili per poter capire lo stato individuale dell’atleta, la sua fatica, e la risposta al carico di allenamento proposto. In questo articolo vedremo le principali scale psicometriche usate nel mondo sportivo.

 

Le scale psicometriche per il dolore

 

Secondo l’International Association for the Study of Pain (IASP, 1986) il dolore è definito come “un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno.

E’ un’esperienza individuale e soggettiva, a cui convergono componenti puramente sensoriali (nocicezione) relative al trasferimento dello stimolo doloroso dalla periferia alle strutture centrali, e componenti esperienziali e affettive, che modulano in maniera importante quanto percepito”.

Dolore e ricerca scientifica: cosa ci dice?

 

Lo studio di Melotti e colleghi (Melotti RM et al., 2009) afferma che, in Italia, un cittadino su quattro soffre di dolore cronico. Attualmente, in letteratura, le scale di misurazione del dolore sono molteplici e si differenziano in unidimensionali (NRS, VAS, VRS, FPS) e multidimensionali (MPQ, BPI, PAINAID)

Le prime misurano l’intensità del dolore e sono un ottimo strumento di autovalutazione (Breivik H et al., 2008); le seconde misurano invece le diverse componenti del dolore: sensoriale, motivazionale, affettiva e cognitivo-valutativa.

Un approccio consapevole e l’impiego di metodi validati per la misurazione del dolore consentono di attuare rimedi adeguati, sia farmacologici sia non, e quindi di ridurre lo stato di grave disagio in cui la persona si trova (Cox F, 2010).

La misura del dolore ha tra le sue finalità quella di garantire un adeguato trattamento, prevenendo invalidità secondarie e raggiungendo così un miglioramento della qualità di vita (Alford DP et al., 2008).

Le scale di misurazione del dolore hanno un ruolo fondamentale nella pratica clinica, ma possono essere utilizzati anche in ambito sportivo nel trattamento delle sintomatologie post traumatiche e nelle fasi di recupero funzionale.

La scala VAS

 

La scala VAS è una scala psicometrica analogica che è stata descritta nel 1969 da Aitken per la valutazione soggettiva di sensazioni.  Questa è una delle più utilizzate in ambito sportivo.

Inizialmente è stata utilizzata per la misurazione del dolore percepito, successivamente è stata validata e impiegata anche per la misura della dispnea.

La scala consiste in una linea verticale o orizzontale della lunghezza di 10 cm, delimitata da 2 trattini a cui corrispondono 2 immagini o descrittori verbali, raffiguranti uno l’assenza di percezione per il sintomo indagato e l’altro la massima intensità di sensazione percepita. Il paziente viene invitato a porre un segno nel punto della linea in cui colloca l’intensità del sintomo percepito nel momento in cui viene indagato.

L’indicazione è la quantificazione dell’intensità di una sensazione, ad esempio dispnea, fatica muscolare o dolore. La scala valuta direttamente il sintomo e può essere utilizzata in diverse situazioni. Ad esempio, a riposo per valutare la presenza di dolore; durante esercizio fisico per quantificare l’intensità della dispnea o della fatica muscolare percepite; oppure per valutare un cambiamento sintomatico dopo un intervento terapeutico (ad es. quantificazione della dispnea prima e dopo somministrazione di un broncodilatatore).

La scala non presenta problemi relativi alla sicurezza del soggetto da esaminare ma deve essere somministrata assicurandosi che vi sia stato un adeguato addestramento al suo utilizzo e siano state comprese le istruzioni illustrate.

 

Scale psicometriche e spiegazione dell’obiettivo di valutazione: la VAS

 

Spiegare al soggetto l’obiettivo della valutazione precisando che la scala ha lo scopo di misurare l’intensità di una sensazione e quindi l’eventuale percezione di un sintomo (ad esempio la dispnea).

È importante chiarire che non esiste una scelta giusta o sbagliata, ma solamente la scelta che identifica la sensazione che il paziente vive in quel momento. Mostrare la scala al soggetto assicurandosi che abbia ben capito il significato degli estremi (descrittori verbali o iconografici).

Lesioni muscolari da sport: percorsi di riatletizzazione
Tabella 1. Lesioni muscolari da sport: percorsi di riatletizzazione

Per verificare la comprensione si può chiedere al soggetto dove apporrebbe il segno nel caso di assenza del sintomo (ad esempio nel caso non percepisca alcuna dispnea).

Chiedere al soggetto di concentrarsi sulla sensazione percepita e segnare con la matita un punto sulla linea che corrisponda all’intensità del sintomo percepito (dispnea, fatica, dolore), considerando che un’estremità corrisponde all’assenza del sintomo e l’altra estremità alla massima intensità percepibile dello stesso.

La scala VAS è usata moltissimo in ambito sportivo; ad esempio, nello studio Lesioni muscolari da sport: percorsi di riatletizzazione si vede come la scala VAS è stata utilizzata come test di controllo a t0 e a t1 dai ricercatori (Tabella 1).

 

La scala NSR: cos’è

 

La Scala di Valutazione Numerica (NRS) ha il vantaggio di non richiedere, per il suo utilizzo, alcun supporto cartaceo e valuta l’intensità del dolore da 0 (nessun dolore) a 10 (il dolore più terribile che si possa immaginare).

 

La scala FPS: cos’è?

 

La Facies Pain Scale (FPS) utilizza l’associazione delle facce stilizzate mimicamente espressive con numeri da 5 a. Molto intuitiva ma poco sensibile.

 

Le scale psicometriche per valutare la fatica

 

Quando si vuole valutare la fatica negli sportivi è utile richiedere l’auto-valutazione soggettiva utilizzando una scala validata.

Con gli atleti solitamente si utilizza la scala TQR per valutare la qualità del recupero e la scala RPE per valutare lo sforzo fisico.

 

Scala TQR: in cosa consiste?

 

La scala TQR, total quality recovery, si può trovare facilmente sul web, è semplice da utilizzare e ci consente di identificare la qualità del recupero dell’atleta, riferita ad un allenamento o ad una partita disputata.

Può essere somministrata come la scala VAS sottoforma di questionario o google forms in cui all’atleta viene chiesto come sta.

Questa rilevazione può essere effettuata prima della seduta di allenamento ed è di fondamentale importanza in quanto fornisce la condizione psico-fisica globale dell’atleta. In alternativa alla rilevazione pre-seduta può essere fatta la mattina, appena svegli, per poter pianificare in maniera efficace l’allenamento.

Valutare il carico interno dell’atleta è possibile attraverso una monitorizzazione della frequenza cardiaca, ma la scala TQR rappresenta un metodo utile e funzionale, di facile applicazione.

La scala TQR prevede 20 livelli di giudizio dove il numero 6 rappresenta un recupero nullo e il 20 il recupero massimo.

Un valore di TQR inferiore a 13 (recupero ragionevole) dall’ultima seduta o gara deve rappresentare (in assenza di condizioni quali infortuni) un segnale d’allarme. Tale valutazione deve essere collegata ad altri sistemi quali la HRV o la valutazione dello stress muscolare.

 

La scala Tres

 

Nella tesi di Dottorato Ergonomics for the game: internal and external load analysis for problem solving in training soccer di Giovannelli (2017) è stata utilizzata la scala TReS.  Ma che cosa rappresenta?

Il prof. Carlo Castagna e il prof. Mario Bizzini (2013) (FIFA F-MARC) hanno creato una scala la TReS, per valutare la condizione dei giocatori pre-allenamento: GQR (qualità globale di recupero) e TIA (Formazione Intensity disponibilità).

Il giocatore deve rispondere indicando il livello di ripresa globale (prima GQR) e la disponibilità di intensità (dopo TIA). Dopo questa risposta il preparatore atletico stabilirà l’intensità di esercizio che l’atleta può sostenere (carico di allenamento individualizzato). Tale scala ha un’alta correlazione con la HRV.

 

RPE: cos’è e come si misura?

 

La scala di Borg, deve il suo nome al suo ideatore, il Dr. Gunnar Borg che per primo introdusse il concetto della percezione dello sforzo.

Borg sviluppò due diverse scale, l’RPE (Ratings of Perceived Exertion) e la CR10 (Category-Ratio anchored at the number 10).

Rate of perceived exertion – RPE 

 

La scala RPE, consiste in una auto-valutazione del soggetto, in una scala da 6 a 20. Per l’appunto sono stati scelti 15 numeri crescenti (dal 6 al 20) e sono stati messi in relazione con la frequenza cardiaca durante uno sforzo fisico.

Il valore più basso della scala (il 6) corrisponde idealmente a 60 battiti al minuto, mentre il valore più alto (20) corrisponde ad una frequenza cardiaca di 200 bpm. Facendo un’analisi più approfondita risolta quindi che un RPE “5/6” corrisponde all’85% Fc Max, invece ai livelli “7/8” corrisponde il 90-95% dell’FC Max.

Moltissime ricerche hanno utilizzato l’RPE e la S-RPE (RPE x minuti di allenamento) per calcolare il training load. Uno studio pubblicato dal titolo Use of RPE-Based Training Load in Soccer, gli autori hanno dimostrato scientificamente l’importanza di monitorare l’allenamento mediante tale scala e gli altri metodi basati sulla frequenza cardiaca (FC) (Impellizzeri FM, Rampinini E, Coutts AJ, Sassi A e Marcora S., 2004)

La familiarizzazione è molto semplice: dopo 25’-30’ a fine della seduta ogni giocatore, in maniera INDIVIDUALE, indica sul foglio lo sforzo percepito; è importante che il giocatore indichi senza che gli altri sentano e non a voce, in questo modo si evita di influenzare gli altri e il dato risulta essere più veritiero possibile.

Scala RPE – CR10

 

La RPE è stata adattata in seguito, per sforzi più brevi, nella CR10: una scala a 10 valori invece di 15 (Borg, 1998; Yelling M., Lamb K.L., Swaine I.L.,2002). 

Gli atleti attribuiscono un valore soggettivo rispondendo alla domanda “quanto sei stanco/quanto sei affaticato”?

Se si dovesse percepire quindi un’intensità maggiore di 10, “estremamente forte — massimale”, si possono usare i numeri sulla scala superiori a 10, come 11, 12 o anche di più.

“Estremamente debole”, corrispondente sulla scala a 0.5, è qualcosa di apprezzabile, cioè qualcosa che si trova al limite di ciò che è possibile percepire.

Per usare la scala iniziare sempre guardando l’espressione verbale. Successivamente scegliere il numero: se la percezione dello sforzo corrisponde a “molto debole”, scegliere 1. Se è “moderato”, scegliere 3, e così via.

È molto importante rispondere a ciò che si percepisce e non a quello in cui si crede di dover rispondere. Il giudizio dev’essere il più onesto possibile senza sovra o sotto stimare le intensità. 

In uno studio, non ancora pubblicato, Licciardi et al, hanno trovato delle interessanti indicazioni tra la spesa energetica e la S-RPE durante metà stagione, in accordo con lo studio di Montini et al., 2017.

Da questa analisi sono uscite delle riflessioni importanti. SI è visto, in alcuni giocatori che sanno auto-valutarsi bene, una netta correlazione tra i dati della S-RPE (CR-10 x minuti di allenamento) e la spesa energetica; tuttavia in quei giocatori che ”riflettevano” poco e davano valutazioni ”a caso” non c’erano correlazioni. 

È molto importante quindi rendere consapevole l’atleta dell’importanza del suo giudizio e abituarlo ad auto-valutarsi nella maniera migliore. 

 

Vuoi diventare esperto nel monitoraggio dei carichi?

 

Per approfondire questa analisi abbiamo creato il Webinar sul Training Load in Primavera, in cui abbiamo presentato questa nostra analisi.

Puoi accedere qui: https://www.performancelab16.com/corso/training-load-in-primavera/

Altrimenti, accedi al Webinar “Monitoraggio Low Cost” in cui spieghiamo come, senza strumenti tecnologici avanzati, monitorare lo stato di forma dei nostri atleti. Clicca qui: Monitoraggio Low Cost – PerformanceLab (performancelab16.com)

 

Bibliografia

 

  • Aitken, R. C. (1969). A growing edge of measurement of feelings [abridged] measurement of feelings using visual analogue scales.
  • Borg, G. (1985). An introduction to Borg’s RPE-scale. Mouvement Publications.
  • Borg, G. (1998). Borg’s perceived exertion and pain scales. Human kinetics.
  • Giovannelli, M. (2017). Ergonomics for the game: internal and external load analysis for problem solving in training soccer.
  • Impellizzeri, F. M., Rampinini, E., Coutts, A. J., Sassi, A. L. D. O., & Marcora, S. M. (2004). Use of RPE-based training load in soccer. Medicine & Science in sports & exercise, 36(6), 1042-1047.
  • Yelling, M., Lamb, K. L., & Swaine, I. L. (2002). Validity of a pictorial perceived exertion scale for effort estimation and effort production during stepping exercise in adolescent children. European Physical Education Review, 8(2), 157-175.
  • Scannavini, P., Bitocchi, M., RoSSi, M., & GiRvaSi, L. (2012). Lesioni muscolari da sport: percorsi di riatletizzazione. Organo ufficiale della società italiana di ginnastica medica, medicina fisica, scienze motorie e riabilitative, 31.
Banner Orizzontale
Banner Verticale

Altri correlati: