La cronodieta: cos’è?

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Cos’è la cronodieta? Andiamo per gradi.. La cronobiologia è un ramo della biologia che si occupa dei fenomeni ciclici che avvengono negli organismi viventi; essi sono detti anche cicli sonno-veglia.

Questa scienza “recente”, è un’integrazione di fisiologia, genetica, biologia molecolare, e cerca di spiegare alcuni fenomeni che avvengono negli esseri viventi. Noi sappiamo che la secrezione ormonale è caratterizzata da un’attività ritmica, riconducibile a 3 ritmi:

  • circadiano (24h, come il ciclo veglia-sonno)
  • infradiano (-24h, come il ciclo mestruale)
  • ultradiano (+24h, come il ciclo del sonno, o quello della frequenza cardiaca)

 

La cronobiologia e la cronodieta

 

Come abbiamo intuito, la cronobiologia studia i processi biologici alla base di determinati fenomeni ciclici che avvengono negli organismi viventi.

Le loro attività infatti, sono regolate da “orologi interni” che scandiscono autonomamente le oscillazioni delle funzioni biologiche. Il più importante di questi cicli è certamente quello luce-buio. Gli organismi sono infatti in grado di percepire la presenza e l’assenza di luce. Tramite ciò attivano le proprie funzioni giornaliere in base alle variazioni ritmiche dell’ambiente.

La luce è considerata il sincronizzatore più importante dei ritmi circadiani dell’uomo. Sulla retina si trovano delle cellule in grado di reagire allo stimolo luminoso, e attraverso l’ipotalamo raggiungono il nucleo soprachiasmatico. Questo è il principale componente dell’orologio biologico e il principio alla base della cronodieta.

 

La ritmicità circadiana e la cronodieta

 

La ritmicità circadiana deve essere sincronizzata con quella dell’ambiente circostante. Il nucleo soprachiasmatico trasmette segnali ad un’altra struttura la quale riceve il segnale e genera in seguito una risposta.

La struttura deputata alla risposta allo stimolo è la ghiandola pineale. Questa è un organo endocrino a contatto con l’ambiente esterno che esplica la sua funzione principalmente attraverso la secrezione di melatonina. I picchi notturni nella sua secrezione agiscono come un timer ormonale, in grado di controllare le altre cellule del corpo. Questi meccanismi osono molto importanti nella teoria della cronodieta.

La produzione di melatonina segue un ritmo circadiano. Questo prevede i suoi valori massimi durante le ore notturne, e minimi durante le ore di luce.

 

I ritmi nell’uomo: cosa significano per la cronodieta

 

Oltre al ciclo luce-buio, ci sono altri fattori in grado di influenzare l’orologio biologico umano. Fra questi vi è il ciclo veglia-sonno. Questo si sincronizza, normalmente, con il primo. Può però, in determinate condizioni de-sincronizzarsi e adattarsi a ritmi di vita differenti che per qualsiasi ragione una persona può avere.

L’uomo è infatti in grado di adattarsi all’assenza del ciclo luce-buio, una sua variazione, o una regolazione differente imposta per esempio da impegni lavorativi differenti. In queste condizioni più o meno estreme, l’organismo segue i propri ritmi di funzionamento adattandosi alle condizioni esterne. Come influisce questo sulla cronodieta?

Tra gli esempi più comuni delle attività ritmiche di secrezioni ormonali che avvengono nell’organismo umano abbiamo quello della secrezione di ACTH da parte dell’ipofisi. Il cortisolo è secreto dalle delle ghiandole surrenali, stimolato proprio dall’ACTH. Altre variazioni ormonali che avvengono durante la giornata sono quelle determinate dagli impulsi dell’asse ipotalamo-ipofisi. Tra queste appunto il cortisolo, ma anche l’ormone della crescita, gli ormoni steroidei e tiroidei, e la prolattina.

 

L’alimentazione: la base della cronodieta

 

Vi sono ormoni sensibili allo stato di alimentazione e alla presenza o assenza di nutrienti, fra cui insulina, grelina, adipochine, leptina e così via. Questi variano i loro livelli circolanti in parte in risposta all’ambiente e all’alternanza luce-buio, in parte in risposta ai cicli alimentazione-digiuno. Ecco il primo principio della cronodieta.

L‘insulina per esempio, prodotta dalle cellule beta del pancreas, viene secreta in risposta ad un aumento dei livelli di nutrienti circolanti, in particolare il glucosio. La funzione principale di questo ormone è quello di stimolare l’utilizzo del glucosio e la sintesi proteica nei tessuti. Oltre ad essere un ormone anabolico, è anche anti-catabolico, vista la sua funzione di blocco della lipolisi.

La secrezione basale dell’insulina ha un ritmo diurno, con un picco intorno alle 5 del pomeriggio e livelli bassi durante la notte; ma gran parte della secrezione di insulina è dovuta a stimoli indipendenti dal tempo, come la presenza di glucosio nel sangue.

 

Todisco e la cronodieta

 

Todisco è il medico che ha dato il via alle teorie sui bioritmi applicate al campo alimentare. Partendo dall’andamento ormonale pulsatile che avvengono quotidianamente, egli ha tentato di inventare una vera e propria dieta che potesse migliorare la salute e favorire il dimagrimento.

Todisco basa la cronodieta principalmente sugli stimoli interni, senza considerare gli adattamenti imposti dall’ambiente esterno. Egli considera l’attività dell’orologio biologico e la secrezione ormonale non considerando che:

  • la secrezione ormonale è un messaggio in grado di influenzare anche i comportamenti.
  • il cibo, l’attività fisica, l’orario in cui si dorme e quante ore si dormono, così come altri fattori “esterni”, influenzano l’orologio biologico sincronizzandolo in maniera differente.

I principi della cronodieta

 

Abbiamo già capito che i sistemi biologici umani hanno al proprio interno dei sistemi di regolazione in grado di funzionare in base a determinati cicli. Questi però possono essere modificati in base alle esigenze del soggetto. La capacità di adattamento dell’organismo è elevata. I ritmi circadiani esistono, ma hanno una priorità secondaria rispetto ai meccanismi di regolazione dell’omeostasi. La cronodieta ha ancora senso? Andiamo avanti.

In realtà, se vogliamo essere ancora più precisi, esistono variabilità inter-individuali per le quali possiamo distinguere ad esempio due macro categorie di persone:

  • tipi mattutini (stanchi di sera, vanno a letto presto, si svegliano riposati e vigili)
  • tipi serotonini (nel massimo della forma di sera, vanno a letto tardi, al risveglio sono stanchi)

Come possiamo parlare di cronodieta non prendendo in considerazione così tante variabili in grado di influenzare la secrezione ormonale determinata solo dal ciclo luce-buio?

Secondo Todisco per dimagrire dobbiamo seguire i ritmi del SNA, in quando quello simpatico ci farebbe dimagrire e quello parasimpatico ingrassare. In che senso?

 

SNA

 

Il sistema nervoso simpatico riduce la secrezione di insulina, attiva la lipolisi mettendo a disposizione energia sotto forma di acidi grassi. Inoltre il SNS induce un aumento di energia necessaria all’organismo per funzionare.

Al contrario il SNP tende a risparmiare e immagazzinare energia, accumulando acidi grassi attraverso l’aumento di secrezione insulinica e della capacità di assimilazione si sostanze nutritive. In condizioni normali vi è un andamento ciclico nell’arco delle 24h che porta il sistema nervoso simpatico a dominare durante il giorno e il parasimpatico durante la notte.

Per questo motivo, una delle conclusioni più importanti riguardo i principi della cronodieta è che ” i pasti più abbondanti devono essere consumati, per evitare di ingrassare, durante il giorno quando il corpo può bruciarli; la cena deve essere contenuta e distanziata dal sonno”.

 

L’influenza dell’alimentazione sull’orologio biologico

 

In base alle conclusioni dei paragrafi precedenti, siamo già in grado di affermare con una certa “sicurezza”, che basare l’alimentazione sui ritmi circadiani sia una considerazione errata. Ciò senza considerare gli adattamenti legati allo stile di vita del singolo. Inoltre, sappiamo che l’alimentazione è in grado di influire essa stessa sull’attività ritmica circadiana delle nostre cellule, interagendo direttamente e indirettamente con l’espressione dei cosiddetti “clock genes”.

Questi sono geni che regolano il sistema circadiano. Sappiamo ancora poco sulle modalità con cui il cibo influenza la sincronizzazione degli orologi periferici. Ad esempio, sappiamo che l’assunzione cronica dei grassi saturi è deleteria per i ritmi circadiani, mentre quelli insaturi e gli omega 3 in particolare sembrano avere effetti positivi.

Certamente avere ritmi di vita regolari e non cambiare abitudini di vita e stili alimentari continuamente è un’abitudine positiva. Allo stesso tempo è vero che spostare la finestra di alimentazione durante la notte, se non per motivi di necessità, non è la scelta migliore. E in questo la cronodieta non ha tutti i torti. Ma anche qui, dovremmo discutere su cosa si intenda per alimentazione notturna, e che tipi di alimenti si ricerchino durante questo preciso momento delle 24h.

 

Bibliografia

  • Biologia molecolare delle cellule, Albertz
  • Principi di neuroscienze, Kandel
  • Project Diet, Project Invictus
  • Chronodiet™ – Chronobiology.com
  • www.chronodiet.com
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