Il disaccoppiamento aerobico descrive la tendenza naturale e assolutamente fisiologica della frequenza cardiaca a crescere nel tempo durante uno sforzo.
In questo articolo di Lorenzo Piotti descriviamo i meccanismi alla base di questo fenomeno.
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Introduzione al disaccoppiamento aerobico
Il ciclismo è uno degli sport in cui si raccolgono più dati, alcuni molto utili e altri meno. Quando andiamo ad analizzare una corsa, un allenamento o qualsiasi attività, dobbiamo filtrare tra le mille informazioni quelle che più ci possono dare una mano a capire di più sulla condizione dell’atleta o sul suo stato di forma.
La maggior parte dei ciclisti si concentra sui dati di potenza media, NP (potenza normalizzata), FC media e massima o sulla velocità. Tuttavia, ci sono moltissimi altri dati che ci possono trasmettere informazioni utili.
Uno di questi dati è il fattore di efficienza o EF (Efficiency Factor). Questo è un indicatore del disaccoppiamento aerobico (o deriva cardiaca).
Il disaccoppiamento aerobico descrive la tendenza naturale e assolutamente fisiologica della frequenza cardiaca a crescere nel tempo durante uno sforzo. Ciò avviene anche a parità di potenza erogata e quindi di energia richiesta al sistema energetico.
Perchè avviene il disaccoppiamento aerobico
Le motivazioni principali per cui osserviamo il disaccoppiamento aerobico o deriva cardiaca sono essenzialmente 4:
- Aumento temperatura corporea e necessità di portare più sangue verso la periferia. In questo modo si facilita la sudorazione e il conseguente abbassamento della temperatura interna
- Eccessiva disidratazione. Questa può derivare da scarso reintegro di acqua e/o condizioni di elevata temperatura esterna. Ad essa si associa un’intensa sudorazione e relativo abbassamento del volume ematico
- Diminuzione delle scorte di glicogeno e maggior utilizzo degli acidi grassi. Questi ultimi infatti necessitano di maggior quantità di ossigeno per produrre la medesima energia degli zuccheri. In tal modo obbligano il cuore a battere più velocemente
- Generale stanchezza del sistema neuro-muscolare con diminuzione dell’efficienza del sistema. Avremo quindi una richiesta di maggiori quantità di ossigeno ai tessuti periferici
L’efficiency factor
Con l’avvento del power meter molti atleti hanno abbandonato del tutto o quasi la fascia cardio. Tuttavia questa, come vedremo in seguito, può fornirci dei dati molto utili. Uno di questi è Il fattore di efficienza EF.
Il 90% dei ciclisti esegue frequentemente dei test per la valutazione della propria FTP (soglia di potenza funzionale) o altri test simili. Quasi mai però viene valutato l’aspetto più aerobico dell’allenamento. Esistono anche per questo dei test ad hoc che ci permettono di valutare la nostra condizione aerobica del momento o del periodo.
Sappiamo da decenni che se la frequenza cardiaca durante un allenamento o una corsa aerobica a potenza costante aumenta allora l’atleta non sta pedalando in modo efficiente e la sua condizione aerobica è discutibile. Lo stesso succede in caso di decadimento della potenza a frequenza cardiaca costante. Questo fenomeno viene definito come “disaccoppiamento aerobico” o “deriva aerobica”.
Calcolare EF e disaccoppiamento aerobico
EF si può determinare in modo molto semplice utilizzando software come Training Peaks o similari. Altrimenti, basta dividere la NP (Potenza Normalizzata) per la frequenza cardiaca media di un allenamento o di un intervallo di esso. Confrontando EF nei vari allenamenti e nelle settimane è possibile misurare i miglioramenti nell’efficienza aerobica.
Se non si dispone di un software in grado di fare l’operazione possiamo fare un semplice calcolo attraverso un test.
Possiamo creare 2 lap di mezz’ora l’uno ed eseguire il semplice calcolo:
- Potenza media/FC media prima mezz’ora
- Potenza media/ FC media seconda mezz’ora
- Rapportare i 2 risultati ottenuti tra loro per vedere quanto scarto c’è.
Molti fattori come affaticamento, condizioni metereologiche, ora del giorno, altitudine e alimentazione possono però influenzare questo parametro. E’ quindi opportuno confrontare allenamenti svolti nelle stesse condizioni o comunque in condizioni non troppo differenti.
Valutare i dati
Per valutare al meglio questo paramento occorre eseguire allenamenti o intervalli ad una intensità sotto la propria soglia anaerobica o FTP e percorrere segmenti non troppo corti (da 20minuti fino ad 1h a potenza più costante possibile).
La valutazione, da parte del software, viene fatta in base ai fattori di efficienza per le due metà dell’intervallo (differenza tra EF della prima metà e l’EF della seconda metà). Ciò produce una percentuale di aumento o diminuzione nell’EF della seconda metà.
Quando il disaccoppiamento aerobico è vicino o minore del 5% viene valutato come positivo. Invece, per valori sopra al 5% vi è una valutazione negativa della condizione e della resistenza aerobica. Atleti molto allenati presentano valori prossimi al 2-3% mentre atleti che non hanno una continuità negli allenamenti difficilmente avranno valutazioni positive.
Conclusioni
Il fattore di efficienza e il disaccoppiamento aerobico sono due fattori molto importanti. Infatti, ci permettono di tenere traccia dei cambiamenti nella forma fisica generale. Importante valutare questi dati durante tutta la stagione per avere sempre un riferimento e per capire se occorre una variazione degli allenamenti.
L’EF può essere valutato in allenamenti che prevedono salite di lunga durata o tratti in pianura eseguiti a potenza sotto soglia costante. Questo dato può essere fondamentale per chi pratica non solo ciclismo ma tutti gli sport di endurance e che quindi prevedono prestazioni di media-lunga durata.
Il monitoraggio di EF ci può indicare di settimana in settimana la condizione aerobica dell’atleta e la capacità del sistema stesso, entrambe importanti per il recupero lattacido e per l’efficienza energetica durante la pedalata. Imparare a leggere questi dati risulta quindi di fondamentale importanze se si vuole performare al meglio.