Alta intensità e lavoro compensativo nel calcio

In che modo titolari e non titolari presentano carichi di alta intensità differenti nell'arco di una settimana? Come si può, tramite lavori di compenso, riequilibrare questo aspetto così importante?
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In allenamento è giusto ricercare l’alta intensità. Questa però, deve tenere in conto di ciò che poi realmente un giocatore fa in partita. Titolari e riserve, devono allenarsi allo stesso modo?

Il tempo di gara è la principale fonte che permette di differenziare i carichi di lavoro tra titolari e riserve in allenamento.

Queste ultime certamente, hanno bisogno di carichi di alta intensità superiori, in quanto gli stessi stimoli sono assenti per loro in partita. Ciò comporta, oltre ad un minore allenamento, anche ad un maggior rischio di infortuni. Questo, nel momento in cui il loro impiego è richiesto.

 

No starters e lavoro compensativo di alta intensità 

 

Il primo articolo sull’alta intensità accennava della relazione tra gli infortuni muscolari ai flessori e l’esposizione ad alte velocità di corsa. In particolare, è stato suggerito che sia un’esposizione eccessiva sia una insufficiente all’alta velocità potrebbero portare ad un incremento dell’incidenza degli infortuni muscolari agli hamstring.

Recenti studi mostrano come nella corsa ad alta velocità, il raggiungimento del picco di velocità e le alte accelerazioni siano associati a un minor rischio di infortunio agli hamstring. Sarebbe dunque opportuno l’inserimento di esercitazioni in cui tutti i giocatori sono portati a raggiungere l’alta intensità, e l’alta velocità.

Un lavoro di “compenso” proposto ai giocatori rimasti in panchina o subentrati dovrebbe considerare anche la mancanza di fasi di sprint ad alta e altissima velocità. La mancanza di attività ad alta intensità per i giocatori che non vengono impiegati nel corso delle partite (non starters) andrebbe considerata nelle proposte di allenamento di “compenso” utilizzate.

 

Cosa dicono gli studi sull’alta intensità

 

In questa sezione, analizziamo i vari articoli che trattano l’alta intensità, dal punto di vista delle differenze esistenti tra starters e non starters.

Successivamente, si prendono in considerazione delle proposte “compensative” per la seconda categoria di atleti.

 

Alta intensità: starters e non starters, quali differenze?

 

Il calcio è uno sport intermittente che alterna diverse azioni. Tra queste, camminare, fare jogging e correre a bassa, media e alta intensità. Le azioni ad alta intensità (HIA) e gli sprint sono considerati una delle attività più importanti della partita. Inoltre, queste sono determinanti in quanto un’azione da gol, spesso avviene in queste condizioni.

I dispositivi GPS sono comunemente usati in diversi sport di squadra. Esse aiutano gli allenatori a valutare le specifiche richieste di movimento dei giocatori durante le sessioni di allenamento e le competizioni

Le prestazioni negli HIA (azioni ad alta intensità) possono essere molto diverse tra titolari e riserve.

 

Alcuni esempi in bibliografia 

 

A tal proposito in vari recenti studi è stato dimostrato che i sostituti hanno coperto il 25% in più di HIA e il 63% in più di distanze di sprint durante gli ultimi 15 minuti di una partita, rispetto ai titolari nello stesso periodo.

La frequenza cardiaca media nel secondo tempo era significativamente più alta (84 ± 3 contro 81 ± 4% della frequenza cardiaca massima) nelle riserve rispetto ai giocatori che hanno completato 90 minuti

Inoltre, i sostituti coprivano una maggiore distanza totale (TD) e il 10% in più di corsa ad alta intensità (HIR), nel medesimo periodo (ultimi 15 minuti di una partita). I terzini erano l’unica posizione per cui l’alta intensità dei sostituti non superava quello dei giocatori sostituiti.

 

Allenamento compensativo nei non starters

 

Gabriel Calderon-pellegrino et al. nel seguente studio del 2022 ha analizzato le prestazioni dei calciatori non titolari di un club professionistico spagnolo (La Liga). Sono state registrate tre stagioni: 2016/2017 (seconda divisione); 2017/2018(seconda divisione), 2018/2019(prima divisione).

Lo scopo di questo studio era di analizzare le differenze delle esigenze fisiche dei giocatori non titolari. Gli autori hanno preso in considerazione il tempo di gioco durante la competizione e le esigenze fisiche dell’allenamento compensativo per i giocatori d’élite.

Per tutti i giocatori le variabili raccolte erano:

  • la distanza totale (TD; m).
  • la distanza percorsa dal giocatore nelle diverse zone ad alta velocità:
    • in zona 4 (distanza percorsa dal giocatore tra 14 e 21 km/h)
    • nella zona 5 (distanza percorsa dal giocatore tra 21 e 24 km/h)
    • in zona 6 (distanza percorsa dal giocatore sopra i 24 km/h).
  • picco di velocità massima (VMAX; km·h ).
  • velocità media (VMEAN; km·h ).
  • numero di azioni superiori a 24 km·h (numero di sprint; n).

Tutte le variabili erano in termini assoluti e relativi per minuto di gioco.

 

I risultati sull’alta intensità

 

I risultati hanno rivelato, in termini relativi (al minuto), differenze nelle distanze percorse in HIA (azioni ad alta intensità) tra i sostituti e titolari (Tabella 1; p < 0,05).

I titolari hanno mostrato distanze totali coperte inferiori rispetto ai sostituti che hanno giocato 5–15 min 15–30 min e 30–45 min.

La velocità massima raggiunta durante il gioco era più alta per quelli che ha giocato l’intera partita vs 5–15 min vs. 15–30min.

Per quanto riguarda i minuti giocati dai sostituti, l’analisi ha mostrato maggiori distanze percorse nella zona 4 (14–21 km·h-1) per i giocatori con meno minuti (5–15 min) rispetto alla distanza dai giocatori che hanno giocato 15–30 min, 30–45 min o titolari.

I giocatori titolari hanno percorso meno distanze superiori a 24 km/h rispetto a 5–15; vs. 15–30 min; 30–45 min. Inoltre vi era un numero inferiore di sprint rispetto a 5–15 min; vs a 15–30 min vs 30–45 min vs alle riserve.

 

Cosa dimostra lo studio 

 

Il presente studio dimostra che i giocatori di riserva hanno eseguito più azioni ad alta intensità (distanza totale, accelerazioni, numero di sprint, Vmax, Vmean) al minuto rispetto ai titolari.

Quindi i sostituti che hanno giocato il minor tempo durante la partita (5–15 min) hanno prodotto la prestazione fisica più elevate rispetto agli altri sostituti che hanno giocato più tempo (15–30 e 30–45 min).

Pertanto, si suppone che i carichi di gioco dei sostituti dipendono anche dal tempo di gioco. E’ quindi opportuno un lavoro compensativo ad alta intensità in modo da far fronte a tali richieste per tutti coloro che non partono titolari.

 

L’allenamento compensativo e l’alta intensità 

 

Inoltre, il presente studio ha rilevato che il complesso del carico di gioco della partita e la sessione di allenamento MD + 1C per i non titolari sono inferiori al carico di lavoro dei titolari.

In linea con ciò, la partita è stata la sessione più impegnativa della settimana solo per i titolari, portando a un decremento delle prestazioni fisiche e un rischio generale di sotto carico dei non titolari.

Il MD+1C potrebbe essere una giornata ideale per compensare il carico di gara per i non starters. Ciò, attuando i dovuti carichi di lavoro portando le riserve a compensare il mancato raggiungimento dell’alta intensità di gara.

 

Altri dati sull’alta intensità

 

Il presente studio ha anche valutato le esigenze fisiche dell’allenamento compensativo (MD + 1C) per i sostituti. I giocatori con tempo di gioco ridotto richiederanno una sessione di allenamento che replichi i carichi della competizione.

Invece, i giocatori che completano il gioco richiederanno invece una sessione di recupero (MD + 1R). I risultati (tabella 2) hanno rilevato che il carico MD + 1C è inferiore al carico della gara. Di conseguenza, Stevens et al.  hanno evidenziato che l’allenamento delle riserve il giorno dopo la partita ha mostrato valori significativamente inferiori rispetto ai titolari su valori di:

  • distanza totale,
  • dispendio energetico,
  • tempo trascorso sopra il 90% FCmax,
  • corsa ad alta velocità,
  • accelerazioni,
  • decelerazioni
  • potenza elevata

Ciò ha contribuito in media a una stima inferiore del carico totale.

 

Lavoro compensativo di alta intensità: cosa dedurre?

 

Possiamo dedurre che il tempo di gara è la principale fonte di differenze tra titolari e riserve nel carico di allenamento.

Questi risultati sono importanti per gli allenatori al fine di stimolare i giocatori di riserva con un carico di allenamento aggiuntivo. In tal modo si cercherà di raggiungere il carico cumulativo dell’intera partita. Inoltre, il tempo di gioco giocato da ciascun sostituto monitorato adeguatamente aiuterà a personalizzare il carico di allenamento nei diversi gruppi. Ciò sarà fatto in base al tempo di partecipazione alla gara.

In linea con quanto rilevato, Bradley et al.  ha affermato che i giocatori subentrati devono essere immediatamente in grado di esibirsi a ritmi di lavoro equivalenti o superiori rispetto ai giocatori sostituiti.

Nel complesso, c’è chiaramente una sfida per caricare sufficientemente i non titolari all’interno del contesto specifico e individuale di ciascun giocatore. Saranno comunque necessarie ulteriori ricerche per perfezionare la prescrizione delle sessioni di allenamento compensativo per i non titolari.

 

ACWR: starters e non starters

 

Al giorno d’oggi, il monitoraggio e la valutazione dei calciatori professionisti sono pratiche comuni e obbligatorie per quantificare l’impatto dell’allenamento e dei carichi della partita sui giocatori. Infatti una migliore rilevazione del carico e la quantificazione del carico esterno e interno permettono di determinare le variazioni infrasettimanali e intersettimanali del giocatore.

Il calcio è un sistema regolare e molto complesso che richiede un monitoraggio costante dei carichi di lavoro dei giocatori durante gli allenamenti e soprattutto durante le partite. Il monitoraggio regolare dei carichi di lavoro consente agli allenatori di monitorare i progressi, il percorso di allenamento e il carico delle partite. In tal modo è possibile progettare meglio l’allenamento in base alle richieste.

Un modo per identificare le variazioni intra e intersettimanali è attraverso il rapporto di carico di lavoro cronico acuto (ACWR). Questo fornisce la relazione tra il carico dell’ultima settimana/corrente (carico acuto) con il carico delle ultime 4 settimane (28 giorni, carico cronico).

 

Lo studio: alta intensità e ACWR

 

L’obiettivo dello studio era descrivere e confrontare le variazioni stagionali di ACWR accoppiato con s-RPE, TD, HSRD e distanza di sprint su diversi periodi di una stagione calcistica professionistica. Inoltre si analizzava il rapporto tra le suddette misure nei diversi periodi della stagione per titolari e non titolari. I principali risultati dello studio supportano la nostra prima ipotesi, dato che ci sono alcune differenze significative tra gli starter e non titolari.

Considerando il livello di significatività mostrati nella Tabella 2, ACWR di s-RPE durante tutta la stagione mostra un valore significativamente più alto per i non titolari rispetto ai titolari. Ciò indica che i non titolari hanno maggiormente percepito il carico di lavoro durante partite o l’allenamenti. Probabilmente a causa della vicinanza tra le partite è aumentato l’utilizzo di giocatori non titolari. In più, la minor attitudine all’alta intensità di gara di questi giocatori ha causato un maggior carico.

L’ACWR della distanza totale e dei parametri HSRD mostra un valore significativamente più alto per i titolari rispetto alle riserve nell’intera stagione. Inoltre, i parametri citati mostrano un valore significativamente più alto per i non titolari rispetto ai titolari a metà e fine stagione. Questi risultati mostrano che i non titolari hanno mostrato più carico di lavoro con l’avanzare della stagione. L’utilizzo di giocatori non titolari nelle partite e negli allenamenti è probabilmente aumentato con l’avanzamento della stagione. Ciò ha portato ad un aumentato carico di lavoro acuto e cronico nei giocatori non titolari.

 

Una conclusione

 

In conclusione, sembra che l’ACWR derivato da s-RPE, la distanza totale, la distanza percorsa ad alta velocità e la distanza per lo sprint nei calciatori dovrebbero ricevere maggiore attenzione. Infatti, in base ai risultati ottenuti, sembra che queste variabili possano essere utilizzate per monitorare le variazioni di carico di allenamento e la forma fisica dei giocatori.

Il lavoro di compenso dell’alta intensità dei giocatori non titolari normalmente non viene svolto in l’allenamento durante la stagione. Perciò, questi giocatori potrebbero perdere il ritmo gara.

Pertanto, gli allenatori dovrebbero concentrarsi maggiormente su una maggior intensità di allenamento affinché i giocatori siano in grado di effettuare prestazioni migliori quando vengono selezionati per partecipare a partite. Questo consentirà prestazioni migliori durante la stagione. Di conseguenza, avranno più possibilità di competere con i titolari per uno slot di partenza.

 

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