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I sistemi complessi nel calcio

Complex football, scritto da Javier Mallo, è un libro che ha rivoluzionato i sistemi di allenamento nel calcio. Ma di cosa parla? Cosa sono i sistemi complessi?

PerformanceLab by PerformanceLab
08/11/2021
in Articoli sulle Performance
3 min read
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Lo studio dei sistemi complessi è un campo nuovo, che si caratterizza, fra l’altro, per la sua natura altamente interdisciplinare: basti pensare alle connessioni con la biologia, l’informatica, la teoria dei sistemi, la finanza e l’ecologia.

Dal punto di vista di un fisico, l’obiettivo da raggiungere consiste nel trovare le leggi macroscopiche, dette fenomenologiche, che regolano il comportamento globale di tali sistemi, e che non sono facilmente deducibili dall’analisi delle leggi microscopiche che controllano ciascuno dei singoli costituenti.

 

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Indice dei contenuti

  • I neuroni
  • Sistemi complessi e approccio riduzionista 
  • L’approccio olistico nei sistemi complessi
    • Pensare la complessità
    • L’allenamento neuroplastico nei sistemi complessi
    • Ambiente e cervello 
  • Intenzione e azione 
  • Teoria del tempo di attivazione 
    • I sistemi complessi: consapevolezza percezione
  • Bibliografia

I neuroni

 

Il comportamento dei singoli neuroni è probabilmente ben compreso, ma non ci è affatto chiaro perché dieci miliardi di neuroni, collegati da centomila miliardi di sinapsi, formino un cervello che è in
grado di pensare come quello dei primati.

In certi contesti la comparsa di comportamenti collettivi è un fenomeno ben studiato dalla fisica: la cooperazione di molti atomi e molecole è responsabile delle transizioni di fase (tipo liquido-solido o liquido-gas).

Per comprendere sistemi complessi quali cervello, società, ecosistemi, strategie coordinative e relazioni sociali e familiari è necessario utilizzare strategie di ricerca multidisciplinare, che comprendano materie quali la matematica, la fisica, l’informatica, la biologia, l’economia, la filosofia, la fisiologia..

 

Sistemi complessi e approccio riduzionista 

 

Fino a pochi anni fa, la scienza è stata dominata dall’approccio riduzionistico, il quale ha prodotto importanti risultati:

  • scomposizione del sistema in parti elementari
  • studio del comportamento di ciascun componente e derivazione del comportamento complessivo del sistema

Il riduzionismo si presenta come concetto caro alla filosofia, ma anche alle “scienze pure”, quali matematica e fisica. E’ una sorta di “paradigma metodologico” per cui nell’indagine saranno da preferire le spiegazioni che coinvolgono il minor numero di fattori possibili e sarà da sfiduciare qualsiasi spiegazione che sembra fuoriuscire dall’immediata immanenza. L’opposto di ciò che avviene in un sistema complesso, da ciò che abbiamo già compreso.

 

L’approccio olistico nei sistemi complessi

 

L’approccio olistico, più recente e complementare al riduzionismo, ha l’obiettivo di interpretare il comportamento del sistema come risultato delle relazioni tra le sue parti.

Una delle proprietà fondamentali dei sistemi complessi naturali (cioè non costruiti artificialmente in laboratorio) siano essi colonie di batteri, animali, mercati monetari o persone che comunicano con altre persone, è quella di modificare il proprio stato in funzione di stimoli interni al sistema (ad es: il comportamento di un singolo componente).

Ciò avviene anche a seguito di influenze esterne: un sistema non esiste nel vuoto ma è sempre inserito in un ambiente (fisico, sociale, culturale etc.) che interagisce con esso, influenzandolo. Oltre ad essere parte di determinati sistemi-ambiente o sovra-sistemi, ogni sistema può essere costituito da “oggetti” più piccoli che sono a loro volta dei sistemi, cioè dei sotto-sistemi rispetto ad esso. Dei sistemi complessi, appunto.

 

Pensare la complessità

 

“La complessità è un problema di parole e non una soluzione di parole”.

  • Complessità come equilibrio molto sottile tra ordine e disordine.
  •  Sistema molto ordinato, perde capacità di coordinamento con
    l’ambiente e con gli altri sistemi.
  • L’approccio semplificatore demolisce la complessità.
  • Pensiero complesso vive della costante vibrazione tra l’aspirazione a una conoscenza parcellizzata, che non è divisa,  non è riduzionista e lo riconosce che non c’è una conoscenza completa.

Nel gioco quando penso che tutto è molto ordinato, avrò una visione molto statica e perderò la capacità di sorprendere. Invece, in uno stato caotico, i giocatori funzionano come una squadra, lasciando tutto in gioco alla inter-dipendenza e si sviluppano grandi interazioni tra giocatori che consentono il lavoro di squadra e danno la possibilità di sorprendere con la propria individualità.

 

L’allenamento neuroplastico nei sistemi complessi

 

L’allenamento neuropolastico porta a:

  • Incremento della funzionalità sinaptica durante l’allenamento, che arricchisce le capacità
    motorie.
  • Apprendimento duraturo nel tempo implica nel cervello delle modificazioni strutturali.
  • Questo fenomeno generano un aumento del numero dei dendriti, vero responsabile
    dell’apprendimento.
  • Nuovi collegamenti dendritici determinano ciò che viene chiamata esperienza di
    comportamento.
  • Per rendere efficace l’allenamento e per apprendere le nozioni di gioco bisogna coinvolgere
    quelle classi di neuroni attivate durante la partita.

Nell’allenamento “neuroplastico” si prende coscienza dei sistemi complessi e si allena il giocatore a “gestirla” .

 

Ambiente e cervello 

 

Il cervello può esprimere le sue mansioni e soddisfare le proprie potenzialità solo perchè si nutre di informazioni. L’ambiente calcistico è formato da tutti gli elementi in cui entra in relazione il giocatore.

Pensare all’utilizzo dei neuroni visuo-motori (canonici e specchio) per collegarsi all’ambiente. Ambiente è dove i miei giocatori si muovono e come si comportano; ambiente è parte fondamentale del processo di apprendimento per favorire la comprensione di come, cosa e perchè si muovono o si devono muovere i calciatori.

L’ambiente deve essere coerente per lo sviluppo delle intenzioni, e il rapporto tra questo, i compagni e gli avversari deve favorire i principi di gioco, rispondere tatticamente/strategicamente agli avversari con una controproposta adeguata e programmata.

 

Intenzione e azione 

 

Spesso vi è discordanza tra intenzione e azione. la motricità si evidenzia come attività riflessa o finalizzata. Se la volontà finalizzata è cosciente, allora viene detta consapevole. Se il movimento, invece, non è percepito a livello di coscienza, l’intenzione è definita
inconsapevole.

Il movimento è consapevole quando coscientemente si decide di perseguire uno scopo (asd esempio, calciare il pallone in porta).
Il movimento è inconsapevole quando un imprevedibile stimolo esterno determina una motoria finalizzata in tempi molto ristretto (deviazione della traiettoria del tiro in porta).

Nelle fasi iniziali del processo di apprendimento, le più buone intenzioni di realizzare un compito non garantiscono come risultato l’attività motoria che ci si aspetta di realizzare.

 

Teoria del tempo di attivazione 

 

In questo paragrafo riprendiamo la teoria del “mind-time” di Benjamin Libet. Si parte dal momento “zero”, dove si accendono le intenzioni e le corrispondenti azioni motorie; le cellule nervose ricevono le informazioni circa 50/60ms dal momento zero.

La risposta motoria, inconsapevole, si realizza dopo 60/100ms; dopo 350ms (per un totale complessivo di 500ms) l’individuo comprende il significato e la dinamicità di ciò che ha fatto.

Sono necessari altri 150ms dal momento zero, perchè l’individuo sia in grado di raccontare cosa ha vissuto e ragionarne in merito. Da ciò, ne consegue che prima dei 500 millesimi di secondo un individuo è completamente all’oscuro di ciò che il cervello gli ha fatto eseguire.

I sistemi complessi: consapevolezza percezione

 

https://performancelab16.com/performance-lab-tv/?utm_source=Bloghttps://performancelab16.com/performance-lab-tv/?utm_source=Blog

Il cervello consapevole ha la possibilità di analizzare l’attività motoria realizzata; quest’organo ci fa vivere un imbroglio percettivo, facendosi credere che l’attività motoria eseguita, sia dipesa da un’iniziativa della coscienza.

Realizzare positivamente una determinata attività motoria con costanza e stabilità, dipende perciò solo dalle esperienze specifiche che l’atleta, allenandosi e giocando, ha acquisito in precedenza. Se gli atleti non hanno una sufficiente esperienza troveranno più difficoltà ad affrontare le situazioni in partita.

Al contrario, negli esperti il sistema specchio permette, in merito alle specifiche richieste di gioco, di riconoscere immediatamente le intenzioni degli individui così da anticipare la risposta motoria. L’atleta esperto ha dei vantaggi superiori rispetto agi atleti principianti.

Se vuoi saperne di più sui sistemi complessi a abbiamo creato un Webinar – Complex Football, dove siamo partiti descrivendo il modello espresso da Javier Mallo, preparatore del Real Madrid e autore del libro Complex Football, fino ad arrivare a dei nostri modelli di allenamenti che richiamano la periodizzazione tattica e si integrano benissimo con l’idea dell’allenatore.

 

Bibliografia

  • Complex Football- Javier Mallo

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