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La distorsione di caviglia: anatomia, biomeccanica e proposta di recupero

La distorsione di caviglia è uno degli infortuni più comuni nello sport. Per comprenderlo e ridurne il rischio, è necessario conoscere a fondo l'articolazione e quali fattori possano influenzare la lesione.

PerformanceLab by PerformanceLab
18/05/2017
in Articoli sulla Riabilitazione
4 min read
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La distorsione di caviglia è uno degli infortuni più comuni nello sport.

Per comprenderlo e ridurne il rischio, è necessario conoscere a fondo l’articolazione e quali fattori possano influenzare la lesione.

Come molti di voi sanno, la caviglia è un’articolazione molto complessa; negli anni i metodi di prevenzione del rischio di infortunio si sono concentrati sull’allenamento in instabilità e l’utilizzo di supporti esterni.

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Indice dei contenuti

  • La caviglia: breve cenno sull’anatomia
  • La distorsione di caviglia: cos’è
  • L’incidenza della distorsione di caviglia
    • Le strutture coinvolte nella distorsione
  • La biomeccanica della distorsione di caviglia
  • La vascolarizzazione del piede: ruolo nella distorsione
    • Perchè la vascolarizzazione è importante?
  • La classificazione del trauma nella distorsione di caviglia
    • I parametri nella distorsione
  • Come recuperare dopo una distorsione?
  • Conclusioni 
  • Biografia

La caviglia: breve cenno sull’anatomia

 

La caviglia viene considerata come la regione che congiunge gamba e piede. Questa comprende l’articolazione tibio-tarsica, che si trova tra le estremità distali di astragalo e fibula.

La complessa articolazione della caviglia è responsabile dei movimenti di:

  • flessione plantare
  • flessione dorsale

 

Come sappiamo, la caviglia non “ruota”, ma permette anche movimenti di pronazione e supinazione (eversione ed inversione), i quali spesso sono coinvolti nei meccanismi di infortunio, la cosiddetta “distorsione”.

La distorsione di caviglia: cos’è

 

Con distorsione si intende una ipersollecitazione di un’articolazione oltre il limite della normale articolarità.

Questo evento provoca un eccessivo stiramento, danneggiando legamenti, tendini capsula e tutte le strutture di sostegno dell’articolazione.

Inoltre, la distorsione di caviglia rappresenta il 14-21% di tutte le lesioni sportive; nella pallacanestro, nella pallavolo e nel calcio la percentuale sale al 25-45%.

L’incidenza della distorsione di caviglia

 

L’incidenza media annua della distorsione della caviglia è del 2,5 ‰ con un picco a 15-19 anni (7,2‰).

Come sappiamo si possono avere due tipi di distorsione: in inversione ed in eversione. La distorsione in inversione è quella più comune di tutti gli sport situazionali e di salto per questo sarà l’oggetto dell’articolo.

Il fatto che l’85% delle distorsioni avvengano in inversione è dovuto da diversi motivi.

Tra questi, un deficit dei muscoli peronieri che non si contrarrebbero in maniera sufficientemente rapida per stabilizzare la caviglia, la maggior lunghezza del malleolo peroneale, la maggior robustezza del legamento collaterale mediale e la morfologia del piede che è cavo e supinato.

 

Le strutture coinvolte nella distorsione

 

Le strutture che vengono influenzate in questo tipo di distorsione sono quelle del compartimento laterale, soprattutto legamentoso.

Questo è formato da 3 fasci, ed è detto “compartimento dei peronieri” ( peroneo-astragalico anteriore, peroneo-calcaneare e peroneo astragalico posteriore). Questi tre legamenti mettono in relazione il malleolo peroneale con l’astragalo anteriormente e posteriormente e con il calcagno.

Di conseguenza, in una distorsione in inversione il terapista deve prima valutare alterazioni della biomeccanica locale, interferenze di questa alterata biomeccanica sulle catene fasciali ed infine una risposta alterata ascendente.

La biomeccanica della distorsione di caviglia

 

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La biomeccanica in una distorsione a livello tibio-tarsico (della caviglia) inizia dalla discesa del perone rispetto alla tibia, con uno scivolamento dell’astragalo sul calcagno.

Successivamente, si avrà un compenso nel mesopiede con un’intrarotazione della coppia scafoide-cuboide su un asse longitudinale passante per il terzo dito.

Da un punto di vista mio-fasciale, le possibili strutture interessate sono: la loggia dei peronieri ed il tibiale posteriore.

La vascolarizzazione del piede: ruolo nella distorsione

 

La vascolarizzazione del piede è a carico dall’arteria tibiale anteriore e dell’arteria tibiale posteriore, rispettivamente anteriormente e posteriormente.

Invece, il drenaggio venoso è a carico della piccola e grande safena.

A livello linfatico, il tronco mediale e posteriore della tibia drenano fino al linfonodo popliteo a livello del ginocchio.

L’innervazione del piede invece, è a carico di L5-S1 più precisamente il nervo surale innerva la parte più laterale del piede poi il nervo peroniero superficiale innerva la parte del 2-3-4 dito ed infine il peroniero profondo innerva il primo dito.

 

Perchè la vascolarizzazione è importante?

 

L’aspetto di vascolarizzazione e linfatico sono utili per comprendere i punti di passaggio per drenare la tumefazione che si potrebbero formare nel trauma.

Allo stesso, ciò è utile per comprendere le strategie di riduzione del gonfiore che si possono utilizzare.

Probabilmente, le più comuni sono bendaggi funzionali con ossido di zinco (il bendaggio che si può applicare può essere quello composto dal bendaggio del cesto aperto, bendaggio Louisiana e la figura a 8, il tutto portato verso la correzione del piede cioè in eversione).

Purtroppo, una distorsione non curata della tibio-tarsica porta a compensi ascendenti (perone e membrana interossea-ginocchio-bacino- sacro e lombare) che devono essere eliminati per favorire una corretta dinamica degli arti. 

La classificazione del trauma nella distorsione di caviglia

 

La classificazione del trauma distorsivo della caviglia comprende differenti gradi, in base alla gravità della lesione. 

  • Grado 0: tilt astragalico inferiore a 8°, non rotture legamentose
  • 1° grado: tilt astragalico (10°-20°), rottura legamento peroneo-astraglico anteriore
  • 2° grado: tilt astragalico (20°-30°), rottura legamento peroneo-astragalico anteriore e peroneo-calcaneare
  • 3° grado: tilt astragalico superiore a 30° e rotture dei tre legamenti.

 

 

I parametri nella distorsione

 

Un parametro molto importante da considerare è quello preventivo: l’aspetto fondamentale per prevenire le distorsioni alla caviglia è il training propriocettivo e coordinativo.

Come sappiamo, la propriocezione è un concetto ampio che include controllo posturale e dell’equilibrio con contributi visivi e vestibolari, cinestesia articolare, senso della posizione è tempo di reazione muscolare.

Inoltre il feeedback propriocettivo è fondamentale nella consapevolezza cosciente e inconscia di un’articolazione o di un arto in movimento.

Come recuperare dopo una distorsione?

 

Il recupero di una distorsione di caviglia in inversione dipende dal suo grado.

Nelle distorsioni di 1° grado basta seguire il protocollo R.I.C.E. Questo prevede il riposo, limitazione del carico, ghiaccio per 10 minuti 3 volte al giorno per 4 giorni, bendaggio compressivo funzionale per l’edema. Invece, per immobilizzare la caviglia si deve tenere l’arto sollevato per le prime 48 ore

Per quanto riguarda le distorsioni di 2°e 3° grado la riabilitazione richiede 3 fasi: riposo, il recupero della flessibilità, articolarità e forza della caviglia. Il ritorno alle attività quotidiane prevede l’esecuzione di esercizi mirati al tipo di sport che si compie.

Inoltre, si può associare questa fase a trattamenti fisioterapici e osteopatici per riportare alla corretta funzionalità l’articolazione.

 

Conclusioni 

 

Riassumendo, la distorsione dell’articolazione tibio-tarsica, o caviglia, è un trauma che colpisce molti sportivi e che provoca squilibri nella maggior parte dei casi al compartimento laterale legamentoso. 

Allo stesso tempo però, se non curata, può portare compensi ad entrambi gli arti inferiori,  fino a livello lombare con problematiche di mal di schiena durante la deambulazione.

Quindi, un approccio integrativo tra fisioterapista, osteopata e preparatore fisico permette di eliminare tutti i deficit creati dal trauma e riporta l’articolazione alla giusta fisiologia di movimento ed espressione.

 

Biografia

 

Cipriano J. (2006). Test ortopedici e neurologici. Manuale fotografico suddiviso per regioni anatomiche 

Kapandjii A.J. (2011). Anatomia funzionale – Arto superiore – Arto Inferiore – Tronco e rachide.

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