Fatica e HRV

Come cambia l'hrv in stato di affaticamento e non?
Banner Orizzontale

La Riduzione del rischio di infortuni, e il tema del trattamento degli stessi, discussa in altri articoli sul blog e nei nostri webinar, riveste un ruolo di fondamentale importanza nell’allenamento e nel controllo dei giocatori.

Pur essendo un argomento molto dibattuto e che tutt’oggi divide circa la reale possibilità di controllare, attraverso test e programmi preventivi, il rischio di infortuni attraverso il miglioramento delle capacità fisiche degli atleti, la “injury prevention” rimane comunque un elemento omnipresente nei programmi di lavoro settimanali.

Oggi, in questo articolo della sezione ”News Scientifiche”, abbiamo deciso di tradurre per te l’abstract del 2013 di Schmitt et al., dal titolo Fatigue Shifts and Scatters Heart Rate Variability in Elite Endurance Athletes

Questo studio longitudinale mirava a confrontare la variabilità della frequenza cardiaca (HRV) in atleti d’élite identificati sia in stato di “affaticamento” sia in stato di “non affaticamento” in condizioni di “vita reale”.

57 atleti d’élite di sci nordico sono stati esaminati per 4 anni. Gli intervalli R-R sono stati registrati in posizione supina (SU) e in piedi (ST). Lo stato di affaticamento è stato valutato con un questionario convalidato. È stato utilizzato un modello di regressione lineare multilivello per analizzare le relazioni tra la frequenza cardiaca (HR) e i descrittori HRV [potenza spettrale totale (TP), potenza negli intervalli di bassa (LF) e alta frequenza (HF) espressa in ms2 e unità normalizzate (nu)] e lo stato senza e con fatica. Le variabili non distribuite normalmente sono state trasformate prendendo il loro logaritmo comune (log10).

172 prove sono state identificate come “con fatica” e 891 come “senza fatica”. Tutti i parametri HR e HRV in posizione supina (Beta±SE) erano significativamente diversi (P<0,0001) tra “fatica” e “non fatica”: HRSU (+6,27±0,61 bpm), logTPSU (-0,36±0,04), logLFSU (-0,27±0,04), logHFSU (-0,46±0,05), logLF/HFSU (+0,19±0,03), HFSU(nu) (-9,55±1,33). Le differenze erano significative (P<0,0001) anche in piedi: HRST (+8,83±0,89), logTPST (-0,28±0,03), logLFST (-0,29±0,03), logHFST (-0,32±0,04). Inoltre, la varianza intra-individuale dei parametri HRV era maggiore (P<0,05) nello stato di “fatica” (logTPSU: 0,26 vs. 0,07, logLFSU: 0,28 vs. 0,11, logHFSU: 0,32 vs. 0,08, logTPST: 0,13 vs. 0,07, logLFST: 0,16 vs. 0,07, logHFST: 0,25 vs. 0,14).

L’HRV era significativamente più basso nella “fatica” rispetto alla “non fatica”, ma accompagnato da una maggiore varianza intra-individuale dei parametri HRV nella “fatica”. La maggiore varianza intra-individuale dei parametri HRV potrebbe comprendere diversi cambiamenti rispetto allo stato di non affaticamento, forse riflettendo le diverse alterazioni del pattern HRV indotte dalla fatica.

Per leggere l’articolo complete: Fatigue Shifts and Scatters Heart Rate Variability in Elite Endurance Athletes

Se vuoi conoscere in maniera dettaglia il ruolo della Prevenzione infortuni nello sport, abbonati alla nostra Academy. Con un unico abbonamento avrai accesso a centinaia di contenuti on demand, nel formato Webinar, Ebook e Podcast. Li puoi vedere e ascoltare in qualsiasi momento. Non farti sfuggire questa opportunità, iscriviti ora: http://bit.ly/netflixpreparazionefisica

 

 

Banner Orizzontale
Banner Verticale

Altri correlati: