La Riduzione del rischio di infortuni, e il tema del trattamento degli stessi, discussa in altri articoli sul blog e nei nostri webinar, riveste un ruolo di fondamentale importanza nell’allenamento e nel controllo dei giocatori.
Pur essendo un argomento molto dibattuto e che tutt’oggi divide circa la reale possibilità di controllare, attraverso test e programmi preventivi, il rischio di infortuni attraverso il miglioramento delle capacità fisiche degli atleti, la “injury prevention” rimane comunque un elemento omnipresente nei programmi di lavoro settimanali.
Oggi, in questo articolo della sezione ”News Scientifiche”, abbiamo deciso di tradurre per te l’abstract del 2015 di Schmitt et al., dal titolo Typology of “Fatigue” by Heart Rate Variability Analysis in Elite Nordic-skiers
Questo studio ha analizzato i cambiamenti nella variabilità della frequenza cardiaca (HRV) in sciatori nordici d’élite per caratterizzare diversi tipi di “fatica” in 27 uomini e 30 donne intervistati dal 2004 al 2008.
Gli intervalli R-R sono stati registrati a riposo durante 8 minuti in posizione supina (SU) seguiti da 7 minuti in piedi (ST). I parametri HRV analizzati erano le potenze delle frequenze basse (LF) e alte (HF), (LF+HF) (ms2) e la frequenza cardiaca (HR, bpm). Dei 1.063 test HRV eseguiti, 172 corrispondevano a uno stato di “fatica” e i primi sono stati considerati per l’analisi.
Sono stati identificati 4 tipi di “fatica” (F): 1. F(HF-LF-)SU_ST per 42 test: diminuzione di LFSU (- 46%), HFSU (- 70%), LFST (- 43%), HFST (- 53%) e aumento di HRSU (+ 15%), HRST (+ 14%). 2. F(LF+ SULF- ST) per 8 test: aumento di LFSU (+ 190%), diminuzione di LFST (- 84%) e aumento di HRST (+ 21%). 3. F(HF- SUHF+ ST) per 6 test: diminuzione di HFSU (- 72%) e aumento di HFST (+ 501%). 4. F(HF+ SU) per 1 solo test con un aumento di HFSU (+ 2161%) e una diminuzione di HRSU (- 15%).
I modelli HRV in posizione supina e in piedi sono stati modificati in modo indipendente dalla “fatica”. 4 modelli HRV modificati dalla “fatica” sono stati classificati statisticamente in base alle variazioni diversamente accoppiate nelle due posture. Questa caratterizzazione potrebbe essere utile per comprendere meglio i riarrangiamenti autonomici in diverse condizioni di “fatica”.
Per leggere l’articolo complete: Typology of “Fatigue” by Heart Rate Variability Analysis in Elite Nordic-skiers (clicca qui).
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