La Riduzione del rischio di infortuni, e il tema del trattamento degli stessi, discussa in altri articoli sul blog e nei nostri webinar, riveste un ruolo di fondamentale importanza nell’allenamento e nel controllo dei giocatori.
Pur essendo un argomento molto dibattuto e che tutt’oggi divide circa la reale possibilità di controllare, attraverso test e programmi preventivi, il rischio di infortuni attraverso il miglioramento delle capacità fisiche degli atleti, la “injury prevention” rimane comunque un elemento omnipresente nei programmi di lavoro settimanali.
Oggi, in questo articolo della sezione ”News Scientifiche”, abbiamo deciso di tradurre per te l’abstract del 2011 di Barak et al., dal titolo Heart Rate Recovery after Submaximal Exercise in Four Different Recovery Protocols in Male Athletes and Non-Athletes
Sono stati valutati gli effetti di diversi protocolli di recupero sull’andamento del recupero della frequenza cardiaca (HRR) attraverso le curve di decadimento della frequenza cardiaca (HR).
Ventuno atleti maschi allenati e 19 studenti maschi sedentari hanno eseguito un test di esercizio ciclistico submassimale in quattro occasioni seguite da 5 minuti: 1) recupero inattivo in posizione seduta eretta, 2) recupero attivo (ciclismo) in posizione seduta eretta, 3) posizione supina e 4) posizione supina con gambe sollevate.
L’HRR è stato valutato come la differenza tra la FC di picco dell’esercizio e la FC registrata dopo 60 secondi di recupero (HRR60). Inoltre, la costante di tempo di decadimento è stata ottenuta adattando l’HRR di 5 minuti dopo l’esercizio a una curva esponenziale del primo ordine.
Le differenze di HRR60 all’interno del soggetto per tutti i protocolli di recupero in entrambi i gruppi erano significative (p < 0,001), tranne che per le due posizioni supine (p > 0,05). I valori di HRR60 erano maggiori nel gruppo degli atleti per tutte le condizioni (p < 0,001). La costante di tempo del decadimento della FC ha mostrato differenze all’interno del soggetto per tutte le condizioni di recupero in entrambi i gruppi (p < 0,01), tranne che per le due posizioni supine (p > 0,05).
Sono state riscontrate differenze tra i gruppi per il recupero attivo in posizione seduta e in posizione supina con gambe sollevate (p < 0,05). Concludiamo che la posizione supina con o senza gambe sollevate ha accelerato l’HRR rispetto alle due posizioni sedute.
Il recupero attivo in posizione eretta da seduti era associato a una HRR più lenta rispetto al recupero inattivo nella stessa posizione. L’HRR negli atleti era accelerata nella posizione supina con gambe sollevate e con il recupero attivo nella posizione seduta rispetto ai non atleti.
Per leggere l’articolo completo: Heart Rate Recovery after Submaximal Exercise in Four Different Recovery Protocols in Male Athletes and Non-Athletes (clicca qui).
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