La fatica e il recupero nel calcio: seconda parte

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Il  Training Load, trattato in altri articoli sul blog e nei webinar ad esso dedicati, riveste un ruolo di fondamentale importanza nell’allenamento e nel controllo dei giocatori.

Nel corso degli anni molti sport scientist, ricercatori, allenatori e preparatori atletici hanno unito le proprie forze e le proprie idee per studiare questo argomento. Comprendere le risposte in acuto e misurare la fatica residua può aiutare allenatori e preparatori a gestire i carichi settimanali individuali dei singoli atleti.

Oggi, in questo articolo della sezione ”News Scientifiche”, abbiamo deciso di tradurre per te  l’abstract del 2012 di Nedelec et al., dal titolo Recovery in soccer : part ii-recovery strategies.

Abstract

Nella prima parte dell’articolo di questa review, abbiamo esaminato i meccanismi di fatica che si innescano successivamente alle partite di calcio, che inficiano il recupero e la performance sia fisica che cognitiva. Per ridurre questi processi e recuperare al meglio, sono necessarie strategie di recupero specifiche per ridurre il rischio di infortuni.

Durante i periodi in cui si susseguono un numero elevate di partite, ancor più le strategie dovrebbero essere individualizzate per ripristinare i livelli di performance, principalmente agendo su ripristino delle scorte di glicogeno, reidratazione e danno muscolare e fatica mentale. In questa review sono state analizzate le strategie nutrizionali, l’immersione in acqua fredda, il sonno, il recupero attivo, lo stretching, la compressione, il massaggio e l’elettrostimolazione.

L’idratazione, il sonno e la dieta sono estremamente efficaci nel ridurre i meccanismi di fatica; bevande a base di latte e alimenti ad alto indice glicemico, oltre che proteici, sono necessari per ripristinare i substrati energetici e minimizzare il danno muscolare. Anche il sonno è un fattore fondamentale in grado di impattare i processi di recupero, e i disturbi del sonno dovrebbero essere trattati.

L’immersione in acqua fredda sembra anch’essa efficace nei periodi con alto numero di impegni fisici per diminuire i processi infiammatori in acuto.

Le evidenze scientifiche in questo ambito però sono più scarse, così come pochi e contrastanti sono gli studi a supporto di recupero attivo, stretching, compressione, massaggio ed elettrostimolazione.

Ciò non significa che queste ultime tecniche non migliorino il recupero, ma che i protocolli di attuazione debbono essere implementati e studiati a fondo per comprenderne i meccanismi alla base.

Futuri studi dovranno focalizzarsi sugli effetti cronici delle strategie di recupero, sulla combinazione di protocolli di recupero differenti e sugli effetti delle strategie antiinfiammatorie e le risposte pro infiammatorie.

Per leggere l’articolo completo Recovery in soccer : part ii-recovery strategies (clicca qui). 

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