Le calciatrici e il monitoraggio del ciclo mestruale

Quali sono le influenze del ciclo mestruale sulle prestazioni delle calciatrici? In che modo è possibile modificare l'allenamento?
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Perchè parlare di ciclo mestruale? Il calcio femminile sta attraversando una fase senza precedenti nella sua storia grazie a un notevole aumento della partecipazione e un crescente interesse globale per questa disciplina. In parallelo, l’allenamento delle squadre femminili sta subendo una trasformazione significativa.

Non è più sostenibile adottare metodologie identiche a quelle del calcio maschile, le calciatrici presentano infatti differenze notevoli a livello ormonale e fisiologico. Queste differenze richiedono un adattamento dei programmi di allenamento in termini di carichi, mezzi e metodologie. Un aiuto è fornito anche grazie all’aumento degli studi dedicati alle calciatrici.

Un esempio recente è la ricerca pubblicata sull’International Journal of Sports Physiology and Performance [Dupuit et al., 2023] che ha analizzato un aspetto specifico del calcio femminile: l’effetto del ciclo mestruale sulla risposta all’allenamento.
Scopriamone i contenuti in questo articolo di Simone Fossà

 

Effetti del ciclo mestruale sulle calciatrici

 

È noto che i sintomi legati al ciclo mestruale hanno un impatto significativo sulla prestazione sportiva. Gli effetti possono però variare notevolmente da persona a persona. Durante il ciclo mestruale molte donne sperimentano una sensazione di stanchezza nei primi giorni, questo influisce sulla loro resistenza e sulla capacità di sostenere uno sforzo prolungato.

Alcune atlete riportano anche dolori addominali e crampi, altre percepiscono fluttuazioni ormonali che influiscono sull’umore, sulla concentrazione e sulla coordinazione motoria. Tutti questi fattori possono rendere l’allenamento sul campo un’esperienza più difficile, disagevole e impegnativa.

 

L’amenorrea e la triade dell’atleta

 

Una delle problematiche più critiche che può colpire le giocatrici è la “triade dell’atleta”. La Triade dell’Atleta rappresenta un’interconnessione di tre problematiche: il disordine alimentare, l’osteoporosi e l’amenorrea. Il disordine alimentare si identifica con comportamenti alimentari inadeguati, come l’anoressia nervosa o la bulimia.

L’osteoporosi invece è una condizione caratterizzata dalla fragilità delle ossa. L’amenorrea, infine, è l’assenza o l’irregolarità del ciclo mestruale e può essere causata da una ridotta assunzione di cibo, un eccessivo esercizio fisico o una combinazione di entrambi. Questi disturbi sono strettamente collegati poiché un’alimentazione irregolare può portare all’amenorrea, la quale può contribuire allo sviluppo dell’osteoporosi a causa della diminuzione della densità ossea.

Il monitoraggio regolare del ciclo mestruale riveste un’importanza cruciale anche rispetto alla Triade dell’atleta poiché consente di identificare segni di amenorrea e prevenire una situazione di forte criticità.

 

Monitoraggio nelle atlete d’élite

 

Quali sono i sistemi più utilizzati nel calcio per monitorare il ciclo mestruale? Da alcuni anni le applicazioni utilizzate dalle squadre professioniste per raccogliere dati sulla forma fisica (qualità del sonno, l’umore e la percezione dello sforzo) hanno integrato anche il monitoraggio del ciclo mestruale.

Sistemi più accurati richiedono invece l’integrazione della previsione dell’ovulazione urinaria con la misurazione delle concentrazioni di estrogeno e progesterone nel siero. Si tratta, però, di metodologie invasive, difficili da attuare nella vita quotidiana e poco sostenibili a lungo termine.

 

Un approccio pratico al monitoraggio 

 

La ricerca menzionata nell’introduzione, condotta dalla fisiologa Marine Dupuit e dal suo team [Dupuit et al., 2023], si è posta l’obiettivo di sviluppare un approccio metodologico pratico per il monitoraggio dello stato mestruale delle calciatrici. Il progetto di studio è stato condotto durante la stagione 2021-2022, estendendosi per 7 mesi e coinvolgendo una squadra di calcio femminile francese di seconda divisione nazionale.

Le 19 calciatrici professioniste coinvolte hanno inizialmente risposto a un dettagliato questionario per la raccolta di dati anagrafici e informazioni sulla loro storia legata al ciclo mestruale. Successivamente hanno aggiornato quotidianamente un diario mestruale online.

In esso hanno registrato l’inizio e la fine del periodo, l’uso di contraccettivi e la presenza di eventuali sintomi legati al ciclo. Oltre a ciò, le giocatrici hanno partecipato a interviste relative alle loro prestazioni e al benessere generale.

Le domande riguardavano aspetti come la qualità del sonno, le condizioni fisiche, le emozioni percepite e l’indice di percezione dello sforzo dopo l’allenamento o le partite.

I risultati dello studio

 

Le informazioni raccolte dai ricercatori al termine dei 7 mesi d’indagine sono state le seguenti:
• La maggior parte delle calciatrici (89,5%) si sentiva a proprio agio nel comunicare ai loro preparatori fisici informazioni riguardanti il ciclo mestruale;
• L’età media del menarca era di 13 anni;
• Nessuna giocatrice riportava l’amenorrea;
• 14 calciatrici (73,7%) non utilizzavano contraccettivi ormonali, 4 di queste riferivano cicli irregolari.
• Il 95% delle giocatrici dichiaravano almeno un sintomo mestruale per ciclo (con una media di 4 sintomi mestruali per ciclo);
• Le giocatrici che non utilizzavano contraccettivi tendevano a dichiarare più sintomi;
• I sintomi più dichiarati erano stanchezza (52,6%), cambiamenti d’umore (36,8%) e dolori addominali (36,8%);
• Il 45% delle giocatrici percepiva modifiche nelle prestazioni sportive durante il ciclo mestruale ma solo 2 (10,5%) hanno riferito di saltare l’allenamento “a volte” e 3 (15,8%) lo hanno fatto “raramente”;

 

L’utilità del monitoraggio del ciclo mestruale

 

La rilevanza di questa ricerca risiede nella metodologia semplice ed efficace del monitoraggio dello stato mestruale. Gli strumenti di indagine come quello proposto da Marine Dupuit offrono agli staff la possibilità di identificare il profilo mestruale di ogni calciatrice.

Questo permette di comprendere come e quanto siano vengano inficiate le prestazioni e la capacità di allenamento, inoltre permette di adattare in modo mirato la programmazione delle attività. Infine, questo monitoraggio rileva precocemente variazioni significative della durata del ciclo mestruale, permettendo così di implementare strategie adeguate.

 

Come allenarsi in questa fase

 

Durante il ciclo mestruale ci si può continuare a allenare preferendo un approccio mirato in base alle fasi del ciclo stesso. Nei 2-3 giorni precedenti e fino a 5-6 giorni dopo l’inizio del ciclo, vanno evitati allenamenti intensi e stressanti. Questo periodo è infatti caratterizzato dai principali sintomi mestruali.

Si suggeriscono pertanto esercizi tecnici a bassa intensità, lavori di scarico, mobilità generale (principalmente a terra), stretching e posture. Nella fase successiva (fase follicolare o estrogenica), si raggiunge il picco ormonale. E’ opportuno focalizzarsi su attività di forza e potenziamento muscolare.

Dopo l’ovulazione si entra nell’ultima fase (fase progestinica), è consigliabile introdurre attività aerobiche a bassa intensità tramite esercizi di vascolarizzazione. L’obiettivo è aumentare il flusso sanguineo locale nei muscoli e migliorare l’ossigenazione dei tessuti.

Simone Fossà
preparatore atletico professionista

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