Dopo gli articoli sulla Football Periodization e il Webinar – Complex Football, che ha avuto un successo che mai mi sarei aspettato, oggi ho deciso di inaugurare una serie di articoli sul Modello di prestazione, facendo con voi un passo indietro.
Da dove partire per analizzare la prestazione nel calcio
La match analysis è una metodica di rilevamento dati che, attraverso l’indagine scientifica e statistica, consente di valutare, in modo oggettivo, il rendimento fisico e tecnico-tattico del singolo atleta e dell’intera squadra (24).
Un calciatore durante una partita è impegnato in uno sforzo di circa 90 min a cui si devono aggiungere gli eventuali min di recupero.
Attraverso l’utilizzo della time motion analysis, una tecnica che ha descritto l’attività cinematica dell’atleta, è noto che il calciatore di alto livello percorre circa 9-12 km (3; 27). Questo metodo di indagine ha mostrato come circa 2200-2400m siano percorsi ad alta intensità (considerata come la velocità di corsa maggiore di 15.0 km/h), 850-950m ad altissima intensità (>19 km/h) e 250-350m sprintando (> 25.0 km/h) (30; 31) (es. figura 1).
Lo sforzo del calciatore è di tipo intermittente?
Lo sforzo del calciatore è da considerarsi di tipo intermittente (18), poiché cambia attività ogni 4-6s (4), determinando l’effettuazione di circa 1300 patterns motori durante partita (26).
Nella squadra coesistono giocatori con diversi ruoli tattici e la loro posizione in campo influenza la prestazione fisica (14). L’organizzazione della squadra prevede i seguenti ruoli: difensori centrali (DC), esterni difensivi (ED), centrocampisti centrali (CC), esterni di centrocampo (EC) e attaccanti (A).
Quanta distanza percorre un calciatore?
La distanza percorsa dal calciatore è uno dei primi parametri che i ricercatori e gli allenatori hanno cercato di studiare per capire lo sforzo (distanza percorsa) del calciatore.
Analizzando le distanze totali percorse in relazione al ruolo tattico ci accorgiamo di come i C, gli ED e EC siano i giocatori che percorrono maggiore distanza (>11 km), a differenza di A e DC che ne percorrono circa 9-10km. Ciònonostante, sono i centrocampisti esterni e i terzini, ovvero gli esterni difensivi, che percorrono una maggiore distanza (circa 1000) ad intensità elevatissima (velocità di corsa > 19.8 km/h) rispetto a C (circa 900m), i A (circa 800m) e DC (circa 600m).
Abbiamo visto che alcuni giocatori di alto livello (Mohr et al 2003), ad esempio i difensori centrali coprono minori distanze totali di corsa ed effettuano meno corse ad alta intensità rispetto ad altri ruoli.
Infatti, questo fatto è probabilmente connesso con il ruolo tattico del difensore centrale. Inoltre, Mohr in uno studio un po’ datato ha riportato che i terzini corrono una distanza considerevole ad alta intensità e sprintano molto.
Gli attaccanti, invece, percorrono metri ad alte intensità uguali ai terzini e ai centrocampisti, ma sprintano significativamente più a lungo, anche perchè devono spesso attaccare la porta per cercare di fare gol o effettuare transizioni veloci a tutto campo in fase offensiva.
Il centrocampista, durante una gara molti scatti e corre una distanza totale e una distanza intensa simile ai terzini e agli attaccanti ma sprintando meno (Bangsbo, 1994).
Le differenze tra calciatori possono essere spiegate dalle reali esigenze fisiche della gara. In partita ogni ruolo e ogni giocatore è dipendente da molti fattori. La posizione in campo sua, dei suoi compagni, degli avversari, la tattica della nostra squadra e di quella avversaria influenzano in maniera netta il suo modello di movimento.
Che differenza c’è l’alta velocità e l’alta intensità?
Per moltissimi anni la valutazione della performance del calciatore è stata legata solo alla distanza percorsa e alle relative soglie di velocità, non considerando il costo energetico della corsa (29) e la quantificazione delle accelerazioni e decelerazioni (16).
Tuttavia, a seguito dell’introduzione del new match analysis approach (29) (figura 2), si è potuto valutare e classificare non sono la distanza percorsa e le relative soglie di velocità, ma anche le soglie di accelerazione e decelerazione, e le fasce di potenza metabolica, prodotto del costo energetico (J/m/kg) per la velocità (m/s).
La nostra ricerca, pubblicata e analizzata nel nuovo Corso GPS spiegato qui, ci mostra come la velocità è stata classificata nelle sei tradizionali zone e per ogni fascia abbiamo calcolato come media ± deviazione standard tutte le distanze percorse e le durate (s) in ogni categoria.
Il tempo nelle fasce di velocità
- Walking: 3068 ± 284 s
- Jogging: 994 ± 139 s
- Low Speed Running: 529 ± 151 s
- Intermediate Speed Running: 133 ± 49
- High Speed Running: 45 ± 22
- Maximum Speed Running: 16 ± 13 s
La distanza nelle fasce di velocità
- Walking: 2834 ± 255 m
- Jogging: 2283 ± 335 m
- Low Speed Running: 1917 ± 552 m
- Intermediate Speed Running: 654 ± 242 m
- High Speed Running: 270 ± 132 m
- Maximum Speed Running: 113 ± 97 m
Come possiamo rappresentare la velocità?
Nell’articolo sulla velocità, abbiamo parlato in modo dettagliato dell’argomento ma qui vi vogliamo far vedere un modo molto semplice per leggere la distanza e il tempo nelle zone di velocità. Nei due grafici potete trovare i nostri dati rappresentati per partita vinta e per partita persa, nel primo e nel secondo tempo.


Ci basta davvero usare la velocità?

È ormai noto che i sistemi di match analysis e GPS (per saperne di più), che si limitano nell’analisi solamente della velocità trascurano l’aspetto fondamentale, descritto in precedenza, del calcolo dell’accelerazione e di conseguenze della potenza metabolica (stimata dai calcoli proposti da di Prampero).
Le ricerche condotte in letteratura scientifica da alcuni autori e in Italia dal Prof. Colli ci dicano che negli ultimi 9 anni, è vero che per la corretta conoscenza del modello di prestazione risulta fondamentale conoscere si la velocità ed eventualmente il picco di velocità massima, ma se non usiamo altri numeri e dati di tipo accelerativo o decelerativo la nostra analisi sarà troppo limitante e fuorviante.
La rivoluzione dei GPS
Negli ultimi anni la letteratura scientifica e il gioco del calcio si sono occupati di studiare la prestazione non solamente tramite la video match analysis ma direttamente sul campo attraverso l’uso di dispositivi “Global Positioning System” (GPS).
Sull’onda di questa vera e propria rivoluzione, in Italia guidata dal Prof. Roberto Colli e dal gruppo Laltrametodologia, moltissime aziende che sviluppano vari dispositivi per lo sport, come software e app, hanno costruito i propri GPS e i propri programmi di analisi, con modelli matematici differenti e quindi con dati spesso difficili da confrontare.
L’accelerazione
Sebbene limitazioni nelle misurazioni possano caratterizzare l’applicazione del GPS (19; 34), alcuni autori (6) hanno dimostrato come questo strumento, con un campionamento adeguato, possa essere importante per la conoscenza approfondita dell’attività del calciatore, per lo sviluppo di efficaci programmi di allenamento e per la riduzione dell’insorgenza degli infortuni.
Infatti, secondo quanto riportato da studi precedenti (1; 14; 16), un’accurata valutazione dell’accelerazione risulta fondamentale per gli spostamenti veloci che l’atleta compie nel corso della gara.
Pertanto, da quanto esaminato in letteratura come “sul campo”, questa metodica di analisi consente una definizione specifica del modello di prestazione atta a quantificare accuratamente i carichi di lavoro del calciatore, favorendo, altresì la definizione di un programma di lavoro adeguato che consideri specificatamente carichi né troppo elevati, né scarso, ma allenanti in modo ottimale.
La potenza metabolica
Il Prof. Pietro Enrico di Prampero che parla della sua invenzione, la potenza metabolica
In Analisi della prestazione di una squadra giovanile professionista di calcio mediante l’utilizzo di GPS da noi condotto, e pubblicato su Italian Journal of Posturology and Rehabilitation, ha descritto un modello di prestazione di una squadra giovanile di calcio mediante l’utilizzo di dispositivi GPS, con una conseguente quantificazione delle richieste metaboliche (i.e., potenza metabolica istantanea, media) e neuromuscolari (i.e., accelerazioni, decelerazioni).
Nel nostro articolo sulla potenza metabolica nel modello prestativo (leggi qui), abbiamo visto proprio l’origine di questo metodo rivoluzionario di calcolo applicato al calcio.
Un ”nuovo” approccio all’analisi
Per la prima volta nell’articolo di Osgnach et al, nel 2010 si è parlato di match analysis e potenza metabolica. Prima la potenza metabolica era stata solo applicata ad altri sport ed utilizzata dai fisiologi di fama mondiale per calcolare il carico dello sportivo, moltiplicando il costo energetico alla velocità percorsa (o che sta percorrendo).
Dopo l’innovazione, nel calcio, ha permesso di valutare con precisione l’accelerazione e poi stimare la potenza metabolica media che è stata poi utilizzata in tutte le fasi di gioco.
Seguendo le idee del Prof. Colli e del gruppo Laltrametodologia, pubblicate nel 2011 e continuate sul blog laltrametodologia.com, qui trovate un riferimento di una delle tantissime presentazioni, abbiamo analizzato le variabili fisiche in riferimento al possesso della palla (i.e., tempo di possesso palla vs tempo di non possesso palla) che sono avvenute durante la gara.
Analizzare la prestazione della mia squadra con i GPS
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Per approfondire l’argomento modello di prestazione, alta intensità e potenza metabolica continua a leggere i nostri articoli.
Bibliografia:
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