Ritmi circadiani e performance

In che modo la performance cambia durante il giorno? In che modo i ritmi circadiani influenzano la prestazione?
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La Riduzione del rischio di infortuni, e il tema del trattamento degli stessi, discussa in altri articoli sul blog e nei nostri webinar, riveste un ruolo di fondamentale importanza nell’allenamento e nel controllo dei giocatori.

Pur essendo un argomento molto dibattuto e che tutt’oggi divide circa la reale possibilità di controllare, attraverso test e programmi preventivi, il rischio di infortuni attraverso il miglioramento delle capacità fisiche degli atleti, la “injury prevention” rimane comunque un elemento omnipresente nei programmi di lavoro settimanali.

Oggi, in questo articolo della sezione ”News Scientifiche”, abbiamo deciso di tradurre per te l’abstract del 1996 di Atkinson et al., dal titolo Circadian Variation in Sports Performance

La cronobiologia è la scienza che si occupa di studiare i cambiamenti delle variabili fisiologiche dipendenti dal tempo. I ritmi circadiani si riferiscono a variazioni che si ripetono ogni 24 ore. Molti ritmi circadiani fisiologici a riposo sono controllati endogenamente e persistono quando un individuo è isolato dalle fluttuazioni ambientali. A differenza delle variabili fisiologiche, le prestazioni umane non possono essere monitorate continuamente per descrivere la ritmicità circadiana. Gli studi sperimentali sull’effetto dei ritmi circadiani sulle prestazioni devono essere progettati con attenzione per controllare gli effetti della fatica seriale e per ridurre al minimo i disturbi del sonno. L’individuazione della ritmicità nelle variabili della prestazione è inoltre fortemente influenzata dal grado di ripetibilità test-retest dell’apparecchiatura di misurazione.

La maggior parte dei componenti della prestazione sportiva, ad esempio la flessibilità, la forza muscolare, la potenza elevata a breve termine, variano con l’ora del giorno in modo sinusoidale e raggiungono il picco nelle prime ore della sera, in prossimità del massimo giornaliero della temperatura corporea. I test psicologici della memoria a breve termine, i test di idoneità fisica basati sulla frequenza cardiaca e le prestazioni di esercizio submassimale prolungato eseguiti in condizioni di caldo mostrano picchi al mattino. I test della capacità di lavoro basati sulla frequenza cardiaca sembrano avere un picco al mattino perché le risposte della frequenza cardiaca all’esercizio sono minime a quest’ora del giorno. I cali dopo il pranzo sono evidenti per le variabili di prestazione come la forza muscolare, soprattutto se misurati con una frequenza e una sequenza tali da provocare affaticamento negli individui nell’arco delle 24 ore. Sono necessarie ulteriori ricerche per verificare se le prestazioni in compiti che richiedono un controllo motorio fine variano con l’ora del giorno.

I ritmi metabolici e respiratori si appiattiscono quando l’esercizio diventa faticoso, mentre il ritmo della temperatura corporea persiste durante l’esercizio massimale. Nelle prime ore della sera si selezionano spontaneamente ritmi di lavoro più elevati. Attualmente non è noto se l’ora del giorno influenzi le risposte di un regime di allenamento fisso (in cui lo stimolo di allenamento non varia con l’ora del giorno) per la resistenza, la forza o l’apprendimento di abilità motorie.

I normali ritmi circadiani possono essere desincronizzati in seguito a un volo attraverso diversi fusi orari o al passaggio a turni di lavoro notturni. Sebbene gli atleti presentino tutti i sintomi del “jet lag” (aumento della stanchezza, disturbi del sonno e dei ritmi circadiani), sono necessarie ulteriori ricerche per identificare gli effetti del viaggio transmeridiano sulle prestazioni effettive dei concorrenti sportivi d’élite. Tali indagini dovrebbero essere cronobiologiche, cioè monitorare le prestazioni a diversi orari in diversi giorni successivi al volo, e prendere in considerazione la direzione del viaggio, l’ora del giorno della competizione e le varie componenti della prestazione coinvolte in un particolare sport.

Il lavoro a turni interferisce con la partecipazione allo sport agonistico, anche se ci possono essere maggiori opportunità per i lavoratori a turni di allenarsi nelle ore di luce del giorno per sport individuali come il ciclismo e il nuoto. Dovrebbero essere condotti studi per verificare se i disturbi del ritmo mediati dal lavoro a turni influiscono sulle prestazioni sportive.

 

Le differenze individuali nei ritmi di prestazione sono piccole ma significative.

Per leggere l’articolo complete: Circadian Variation in Sports Performance (clicca qui).

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