Sprint e salto: quali relazioni col drop jump?

In questo articolo analizziamo le correlazioni tra sprint e drop jump: ha senso valutarlo?
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La Riduzione del rischio di infortuni, e il tema del trattamento degli stessi, discussa in altri articoli sul blog e nei nostri webinar, riveste un ruolo di fondamentale importanza nell’allenamento e nel controllo dei giocatori.

Pur essendo un argomento molto dibattuto e che tutt’oggi divide circa la reale possibilità di controllare, attraverso test e programmi preventivi, il rischio di infortuni attraverso il miglioramento delle capacità fisiche degli atleti, la “injury prevention” rimane comunque un elemento omnipresente nei programmi di lavoro settimanali.

Oggi, in questo articolo della sezione ”News Scientifiche”, abbiamo deciso di tradurre per te l’abstract del 2008 di  Holm et al., dal titolo Relationship Between the Kinetics and Kinematics of a Unilateral Horizontal Drop Jump to Sprint Performance

Lo scopo di questo studio è stato quello di indagare la relazione tra la cinematica e la cinetica di un salto orizzontale a gamba singola (SLDJ) e la prestazione nello sprint.

Venti atleti maschi di livello regionale di sport di squadra hanno dato il consenso informato a partecipare a questo studio. Tutti i soggetti hanno eseguito una serie di sprint da 25 m (misurati con luci di cronometraggio a infrarossi a doppio raggio) e SLDJ (con entrambe le gambe) in ordine casuale durante la stessa sessione di test.

Lo SLDJ richiedeva ai soggetti di scendere da una scatola di 20 cm, atterrare sulla piastra di forza (funzionante a 500 Hz) con il piede specificato e saltare per la massima distanza orizzontale riducendo al minimo il tempo di contatto con il suolo. La distanza del salto, in particolare se normalizzata all’altezza del soggetto, è stata la più forte correlazione con il tempo di sprint per tutte e tre le distanze (5, 10 e 25 m) (-0,44 < r < -0,65).

Le analisi di regressione lineare multipla hanno indicato che la SLDJ poteva spiegare un alto livello di varianza nel tempo di sprint (0,49 < r2 < 0,68) e che queste previsioni avevano un errore standard di stima relativamente basso (0,02-0,10 secondi). Questi risultati supportano ulteriormente la tesi che il salto (in particolare quello orizzontale) e la capacità di sprint per le brevi distanze sono altamente correlati.

Mentre i professionisti dovrebbero considerare l’utilizzo di salti più orizzontali che verticali nell’allenamento e nei test della maggior parte degli atleti degli sport di squadra, ulteriori ricerche sui determinanti cinetici del salto e dello sprint potrebbero consentire una prescrizione di esercizi più specifica e personalizzata per migliorare alcuni aspetti dello sprint, come la lunghezza del passo o la velocità del passo o i contributi verticali e orizzontali alla propulsione.

Per leggere l’articolo completo: Relationship Between the Kinetics and Kinematics of a Unilateral Horizontal Drop Jump to Sprint Performance

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