La Riduzione del rischio di infortuni, e il tema del trattamento degli stessi, discussa in altri articoli sul blog e nei nostri webinar, riveste un ruolo di fondamentale importanza nell’allenamento e nel controllo dei giocatori.
Pur essendo un argomento molto dibattuto e che tutt’oggi divide circa la reale possibilità di controllare, attraverso test e programmi preventivi, il rischio di infortuni attraverso il miglioramento delle capacità fisiche degli atleti, la “injury prevention” rimane comunque un elemento omnipresente nei programmi di lavoro settimanali.
Oggi, in questo articolo della sezione ”News Scientifiche”, abbiamo deciso di tradurre per te l’abstract del 2019 di Matinlauri et al., dal titolo A comparison of the isometric force fatigue-recovery profile in two posterior chain lower limb tests following simulated soccer competition.
Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare l’affidabilità del di picco di forza isometrica IPF misurato nel test “long lenght 90°Hip-20° Knee” (90-20), e di comparare l’effetto della fatica indotta da un match simulato sul profilo di fatica-recupero riscontrato con queto test con un test isometrico 90°hip-90°knee (90-90).
20 giocatori semi professionisti hanno partecipato volontariamente allo studio; 14 di loro hanno svolto la prima parte dello studio che valutava il profilo di picco di forza isometrica nel test 90-20. Il test è stato svolto in due variant differenti: “mani al muro HW” e mani al petto “HC”, entrambi svolti in due occasioni differenti, a 7 giorni di distanza.
Successivamente sono stati ri-effettuati i test 90-20HC e 90-90 immediatamente prima e dopo un match simulato, così come 48h e 72h dopo.
Per quanto riguarda la prima parte, è stata vista una moderata affidabilità del test, maggiore nel test HW per l’arto dominante, mentre per l’arto non dominante il test HC mostrava risultati migliori. Per questo motivo è stato utilizzato il test HC nella fase due, in cui sono stati comparati i test 90-20 e 90-90.
Per entrambi i test, l’IPF era minore successivamente e a 48h dal match. A 72h invece non vi erano sostanziali differenze. L’utilizzo di test IPF può aiutare a valutare il recupero dalla competizione e dagli allenamenti, e valutare il carico di allenamento nel calcio e altri sport.
L’utilizzo di una posizione maggiormente estesa al ginocchio come nel test 90-20 può fornire dati migliori per quanto riguarda il monitoraggio della fatica a 48h dal match, ma necessita di una maggiore familiarizzazione al test data la maggiore difficoltà di esecuzione del test.
Per leggere l’articolo completo: A comparison of the isometric force fatigue-recovery profile in two posterior chain lower limb tests following simulated soccer competition. (clicca qui).
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