Hamstring: quali sono i fattori di rischio?

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La Riduzione del rischio di infortuni, e il tema del trattamento degli stessi, discussa in altri articoli sul blog e nei nostri webinar, riveste un ruolo di fondamentale importanza nell’allenamento e nel controllo dei giocatori.

Pur essendo un argomento molto dibattuto e che tutt’oggi divide circa la reale possibilità di controllare, attraverso test e programmi preventivi, il rischio di infortuni attraverso il miglioramento delle capacità fisiche degli atleti, la “injury prevention” rimane comunque un elemento omnipresente nei programmi di lavoro settimanali.

Oggi, in questo articolo della sezione ”News Scientifiche”, abbiamo deciso di tradurre per te l’abstract del 2012 di Opar et al., dal titolo Hamstring Strain Injuries: Factors That Lead to Injury and Re-Injury.

Abstract

Le lesioni degli hamstring sono un evento comune in molti sport, e la loro incidenza non è diminuita negli ultimi anni. Inoltre, l’alto tasso di ricadute suggerisce che la nostra comprensione sui meccanismi di infortunio e re-infortunio è incompleta. Vista la natura multifattoriale di queste lesioni, spesso sono stati esaminati solo alcuni fattori di rischio e/o cause di infortunio isolatamente.

Lo scopo di questa review è stato quello di provare ad unire i vari fattori che entrano in gioco e che possono essere associati al rischio di lesione degli hamstring.

La corsa è un’attività definita ad alto rischio per i flessori, per via dell’alto carico eccentrico e per l’allungamento a cui vanno incontro le fibre durante l’atto di correre. Tuttavia, le cause esatte di infortunio rimangono sconosciute, e nonostante la componente eccentrica sia un elemento, lo è anche il sovraccarico progressivo e l’accumulo di danno muscolare, così come il singolo evento acuto. Potenzialmente, tutti questi fattori entrano in relazione e mettono l’atleta a rischio nelle varie attività. Vi sono inoltre fattori anatomici, come l’architettura biarticolare di alcuni muscoli, l’innervazione doppia del bicipite femorale, la distribuzione delle fibre, l’architettura muscolare in generale e il grado di tilt pelvico anteriore.

Tutte queste variabili impattano sul rischio di infortunio agli hamstring con un numero differente di meccanismi che includono un aumento dell’allungamento muscolare e l’alterazione della suscettibilità alla lesione della fibra muscolare. Il rischio di infortunio inoltre, conta di fattori come età, infortuni precedenti, etnia, imbalances di forza, di flessibilità, e affaticamento.

Nonostante ciò, i protocolli di intervento atti a ridurre l’incidenza di infortunio si concentrano principalmente sull’aumento di forza eccentrica, sulla correzione delle imbalances e sull’aumento di flessibilità. La risposta a questi interventi non è sempre positiva, visto l’alto numero di casi ancora registrato. Un elemento preso in considerazione recentemente è quello della inibizione neuromuscolare che segue la lesione agli hamstring, e che potrebbe impedire il completo recupero muscolare, e portare perciò a disfunzionalità muscolare, debolezza soprattutto nella componente eccentrica, atrofia del muscolo infortunato e alterazione nell’angolo del momento di picco nella flessione di ginocchio. E’ necessario progredire in questo senso, analizzando tutte le componenti allo stesso modo e contemporaneamente, se si vuole giungere ad una visione globale e a protocolli di prevenzione/recupero realmente efficaci.

Per leggere l’articolo completo: Hamstring Strain Injuries: Factors That Lead to Injury and Re-Injury (clicca qui). 

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