Valutazione del movimento e performance sportiva

Schemi motori corretti sono strettamente correlati non soltanto ad una diminuzione del rischio di infortunio, ma anche ad una performance superiore.
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In questo secondo caso studio il soggetto preso in analisi è un ragazzo di 24 anni.

Il ragazzo è un atleta di motocross e ha raggiunto importanti risultati sportivi sia nel regionale che nel nazionale, fino al raggiungimento del 3° posto agli internazionali d’Italia.

Articolo a cura di  GianMarco Farina Co-Fondatore di Lab360 Fitness-center , Preparatore Atletico sportivo e rieducatore motorio , Exos Performance Specialist ,Tecnico Back School programma Toso.

 

Anamnesi

L’atleta si presenta in studio con dolore alla bassa schiena dovuto ad un’ernia tra l4-l5, tant’è che è costretto ad un lungo stop dalle gare e dagli allenamenti.

Inoltre si porta dietro anche vecchi infortuni dovuti dalla natura traumatica del suo sport, tra cui una frattura al polso sx, distorsione della caviglia sx, lussazione della spalla sx.

 

L’anamnesi consta di un insieme di domande volte a raccogliere informazioni mirate e utili per indirizzare la valutazione funzionale e la scelta degli esercizi.

 

L’analisi posturale e dell’allineamento

Lo studio dell’allineamento statico può darci informazioni osservando il soggetto da tre visioni: frontale, laterale e posteriore. (per approfondimenti rimando al precedente articolo).

Il soggetto in questione nella visione frontale presenta una rotazione di entrambi i piedi verso l’esterno, una leggera elevazione dell’emibacino sx ed una elevazione della spalla sx.

Nella visione posteriore la pronazione dei piedi, più marcata a sx, leggera asimmetria delle scapole e spalla sx più alta.

Nella visone laterale si osserva una protrazione del capo anteriormente ed una marcata lordosi cervicale, con la spina scapolare sporgente.

Analisi dei movimenti attivi

Il tentativo terapeutico inizia seguendo una valutazione del movimento attivo per trovare un movimento doloroso che riproduca il disturbo principale di cui il paziente si lamenta.

Riconoscere gli schemi difettosi, che se ripetuti possono portare a sovraccarico del tessuto e a lesione, è una componente importante per sviluppare una strategia correttiva di successo.

 

I test di movimento attivo utilizzati sono gli stessi descritti nell’articolo precedente, per cui rimando a quello per chi volesse una descrizione più dettagliata. In questo articolo mi vorrei concentrare su test eseguiti con strumenti acquistati recentemente e che potranno essere utili anche ad altri per migliorare la qualità della valutazione.

 

Strumenti

La valutazione è stata effettuata tramite i dispositivi check your motion, strumenti utilizzati per l’analisi e la correzione del movimento umano creata dal Dr. Pedro J. Marìn.

Questi permettono di rilevare e correggere le alterazioni del movimento in modo molto semplice, veloce e affidabile.

Essi sono basati sull’uso di sistemi brevettati LegMotion e OctoBalance, che aiutano a prevenire gli infortuni e migliorare le prestazioni atletiche.

 

Leg motion

Il leg motion consente di eseguire in modo semplice e affidabile i test funzionali come la mobilità della caviglia, il single leg stance, single leg squat, e step test.

Ci permette di valutare e migliorare i movimenti di caviglia, ginocchio e anca.

L’octobalance

L’octobalance è un sistema brevettato per l’analisi e la correzione degli scompensi degli arti inferiori e superiori del corpo umano.

Il test di riferimento è il Sebt (star excursion balance Test), sviluppato per misurare la stabilità dinamica.

Misura l’equilibrio dinamico sfidando gli atleti a bilanciarsi su una gamba e raggiungere il punto più lontano possibile in otto direzioni.

 

 

 

Active force 2 

Un altro strumento utile alla valutazione funzionale è l’inclinometro e dinamometro Active force 2.

È una piattaforma brevettata per la misurazione della forza e dell’angolo di inclinazione, ci permette una misurazione accurata di:

  • Angolo di movimento attivo e passivo
  • Forza massima
  • Forza media
  • Forza nel corso del tempo
  • Rapporto forza-peso
  • Simmetria muscolare
  • Traccia e tratta
  • Risultati in tempo reale
  • Progressi nella forza
  • Controllo neuromuscolare con biofeedback.
  • Sul soggetto I test di forza che sono stati effettuati sono: Forza in flessione di ginocchio
  • Forza in estensione di ginocchio
  • Forza in flessione di anca
  • Forza in estensione di anca
  • Forza in abduzione di anca
  • Forza in adduzione di anca

Mentre con l’inclinometro è stato valutato il rom attivo tramite single leg raise, flessione di spalla, e abduzione di spalla.

 

Pedana a conduttanza di forza

Un altro strumento utilizzato nella valutazione è stata la pedana a conduttanza di forza, che più che per un indagine posturale, aiuta a conoscere le caratteristiche funzionali dell’atleta per pianificare in modo razionale gli allenamenti.

L’utilizzo dei test di Bosco prevede una serie di esercizi di salto verticale, per poter meglio identificare i parametri che influenzano la forza (capacità di reclutamento dei vari tipi di fibre, elasticità muscolare, coordinazione neuromuscolare, potenza meccanica ecc.).

I test più comuni sono lo squat jump (SJ) e il counter movement jump (CMJ). La qualità indagata del primo salto è la forza esplosiva, mentre del secondo è la forza esplosiva, capacità di reclutamento nervoso, espressioni di percentuali elevate di FT, riuso di energia elastica, coordinazione intra ed inter muscolare.

 

Risultati della valutazione 

 

 

 

RISULTATI DELLA VALUTAZIONE

Partendo dal basso si riscontra una debolezza dei flessori lunghi delle dita e gli estensori lunghi delle dita che hanno connessioni con L4-L5, pronazione dei piedi soprattutto quello sx con debolezza del tibiale posteriore, deficit in dorsiflessione inferiore ai 10 cm.

Ne consegue una scarsa attivazione plantare e successiva perdita dell’arco plantare e il collasso in valgo del ginocchio, dovuto ad una mancanza di Link tra foot-hip-core.

Soprattutto i muscoli del bacino (medio gluteo, grande gluteo), risultano deboli con timing di attivazione alterato con iper attivazione dei muscoli lombari. Una retrazione dei muscoli posteriori della coscia con limitazione di mobilità di anca, che non supera i 60° di flessione. Risalendo si riscontra una debolezza dei muscoli flessori del collo, trapezio inferiore e romboidi e limitata mobilità del tratto toracico.

 

 

 

 

 

Unire i punti 

Conclusasi la parte di valutazione ora siamo pronti per iniziare a stilare la scheda di allenamento.

La strategia utilizzata è quella del release per lavorare sul tessuto mio-fasciale, agendo sul fronte muscolare e nervoso. La pressione esercitata dal foam roller sulle zone interessate reidrata i tessuti ed elimina le tensioni, rendendo i muscoli più elastici, energici, forti e riattivandone le funzioni.

Successivamente sono stati svolti esercizi per il recupero della mobilità articolare, attraverso tecniche di stretching in tutte le sue forme e le auto-mobilizzazioni articolari. Attraverso queste tecniche, grazie a un mix di meccanismi alla base di tipo biomeccanico e neurofisiologico, andiamo alla ricerca di un cambiamento di lunghezza del complesso muscolo/tendine, del connettivo di rivestimento.

Focus

Dopo aver liberato le strutture rigide ci siamo focalizzati su:

  • Stabilizzazione del complesso Hip/Core/Scapula
  • Allineamento posturale dinamico
  • Lavoro sugli schemi motori di base: rolling, squatting, Lunging, turning, pivoting, bending, pulling, pushing, gait.

Alcuni tools utilizzati

Tre strumenti utili utilizzati nel lavoro di recupero sono stati:

  • Blackboard, dispositivo che si concentra sulla mobilizzazione e l’attivazione dei piedi, tramite l’allenamento della mobilità e la sensibilità del piede e l’allungamento più profondo di legamenti, tendini e fasce.

  • Waterbag, attrezzo che stimola una risposta reattiva al continuo variare di richieste di adattamento. Lo spostamento incontrollabile e non prevedibile della massa liquida determina l’attivazione di un processo di interazione continua tra i due meccanismi di controllo, deputati all’interpretazione delle risposte afferenti: i meccanismi di “feed-forward” e “feedback”.

  • Level di check your motion, un sistema di feedback per la correzione e l’analisi degli scompensi degli arti inferiori e superiori.

 

Conclusioni

Dopo 2 mesi di lavoro, il dolore alla bassa schiena è scomparso, si può notare il miglioramento del suo allineamento posturale in visione frontale, laterale e posteriore. Una migliore flessibilità della catena posteriore, dove ha migliorato il range di movimento nel leg raise da 60° a 80°.

Ha migliorato anche il controllo neuromuscolare e il controllo posturale dinamico, che lo hanno aiutato ad abbassare anche i tempi in moto rimanendo più lucido mentalmente e attivando la giusta sequenza muscolare rendendolo più stabile e performante.

Le abitudini acquisite con il tempo difficilmente si cambiano. È più facile imparare una nuova competenza che cambiare il modo in cui se ne esegue una vecchia. Questo avviene perché quando si apprende una nuova competenza, si creano nuove vie neurali e nuovi programmi motori. Durante il processo rieducativo, se i soggetti eseguono gli esercizi nel modo sbagliato, verrà rafforzato un programma motorio scadente e verrà creato un movimento inefficiente.

Quando si insinua la fatica e il movimento efficiente si deteriora, è meglio sospendere l’esercizio. È anche questo una forma di arte dell’allenamento.

Deve essere dato rilievo ai movimenti di qualità e agli schemi motori efficienti e non possono prevalere schemi motori compensatori: gli schemi motori di qualità devono sempre avere la priorità durante la riabilitazione e la prestazione.

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