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VO2max: che cos’è?

Il VO2max, o massimo consumo d'ossigeno, è un parametro fisiologico che rappresenta il massimo volume di ossigeno consumato per minuto (in millilitri) per chilogrammo di peso e definisce il livello cardio-respiratorio personale dell'atleta

PerformanceLab by PerformanceLab
10/12/2019
in Articoli sulle Performance
4 min read
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Uno dei parametri più utilizzati per valutare lo stato fisico di un atleta, soprattutto negli sport di endurance, è il massimo consumo d’ossigeno VO2max.

Questo parametro fisiologico rappresenta la massima potenza che può esprimere un atleta sotto sforzo e ahimé, spesso viene testato in maniera errata tramite test indiretti, che seppur validati alle volte hanno poca capacità di rappresentare in maniera corretta questo parametro.

In questo articolo scopriremo che cos’è il VO2 max, come impostare i valori test di soglia aerobica e anaerobica, analizzando il perché alcune tabelle di conversioni sono prendere poco in considerazione.

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Table of Contents

  • VO2max: cosa conoscere
  • VO2max: come valutarlo direttamente
  • Quali fattori influenzano il VO2max
  • VO2max: come valutarlo indirettamente
    • Test di Cooper
    • Test di Conconi
    • Test di Leger
  • VO2max: quali riflessioni fare

VO2max: cosa conoscere

Il VO2max, o massimo consumo d’ossigeno, è un parametro fisiologico che rappresenta il massimo volume di ossigeno consumato per minuto (in millilitri) per chilogrammo di peso e definisce il livello cardio-respiratorio personale dell’atleta.

E’ un valore importante che rappresenta la capacità dell’organismo di portare l’ossigeno raccolto dai polmoni in tutte le parti del corpo, attraverso il sistema circolatorio, per poterlo usare come energia durante l’attività fisica. Rappresenta l’espressione della massima potenza aerobica, cioè della massima quantità di energia ricavata dall’ossidazione dei vari substrati nell’unità di tempo. 

In alcuni sport, il VO2max,  sembrerebbe essere una condizione indispensabile per una buona performance di alto livello, ma questo da solo non è che la base per costruire prestazioni di valore assoluto.

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VO2max: come valutarlo direttamente

Per valutare il massimo consumo d’ossigeno, VO2max, il migliore modo è utilizzare un test da laboratorio, diretti, consentono di ricavare questo indice, nel punto in cui il VO2 raggiunge l’apice e diventa massimale (>90%FC).

ll consumo di ossigeno è molto più legato alle fibre muscolari, alla loro composizione ed allenamento e la spiegazione che unicamente alla capacità di immagazzinare aria nei polmoni. Ad esempio, c’è una grossa differenza tra fare un test per il VO2max su una bicicletta o su un remoergometro poiché le masse coinvolte sono totalmente diverso.

In campo calcistico c’è anche una sottile differenza, non trascurabile, tra fare un test sul treadmill e sul campo da calcio, per via della differente tipologia di corsa.

Il monitoraggio del VO2Max avviene controllando i parametri di gittata (portata) cardiaca e la differenza arterio-venosa, ambedue componenti facenti parte del cosiddetto sistema di trasporto dell’ossigeno.

Quali fattori influenzano il VO2max

I fattori da cui dipende sono la genetica, l’età, il peso corporeo, la muscolatura, i fattori coordinativi e mentre vi sono altre variabili che possono essere influenzate dall’allenamento.

Infatti, la portata cardiaca, la capillarizzazione e l’attività mitocondriale, possono essere migliorate/influenzate dallo stato fisico dell’atleta e dal suo incremento/peggioramento nel tempo.

Il VO2 max, inoltre, aumenta nel corso degli anni e si stabilizza attorno ai trenta, tende via via a diminuire in seguito, ma con l’allenamento costante può stabilizzarsi per altri quindici – vent’anni d’età.

Ovviamente esso differisce di soggetto in soggetto oltre che per la statura, anche e soprattutto (con notevole incidenza) per il peso corporeo.

Considerando che uno dei fattori determinanti la massima capacità consumo d’ossigeno è la muscolatura impegnata, per cui valori massimi vengono raggiunti utilizzando masse muscolari maggiori, è interessante notare come pesi corporei maggiori diano VO2 max più alti di soggetti con peso minore, ovviamente in termini assoluti.

Va altresì considerato però che, in persone sovrappeso, di questo solo una percentuale è disponibile per la muscolatura, la restante parte si perde per rifornire il tessuto adiposo, dando così un rapporto max capacità consumo ossigeno / peso piuttosto basso.

Nella valutazione del consumo di ossigeno sarà fondamentale non trascurare l’aspetto del Costo energetico (CE), che è specifico per la disciplina che si analizza. Il VO2max può essere alto perché l’atleta ha una scarsa coordinazione (e quindi alto CE) o perché ha realmente una grande capacità di esprimere potenza.

VO2max: come valutarlo indirettamente

In molti sport che non hanno la possibilità di testare direttamente i propri atleti attraverso il metabolimetro, si deve ricorrere ai test indiretti. Come detto in precedenza, purtroppo, alcuni test indiretti offrono dei risultati fuorvianti dal punto di vista dell’analisi corretta del VO2max.

Per un atleta di resistenza, conoscere questo valore è importante per calcolare poi le varie soglie allenanti. Sapere la velocità di corsa permette di comprendere l’insorgenza dei meccanismi della fatica e di creare in maniera più appropriata il programma di allenamento.

Di seguito faremo un piccolo elenco di alcuni test di potenza più utilizzati nell’ambito sportivo.

Test di Cooper

Descritto in questo articolo Test di Cooper: che cos’è si basa sulla determinazione della distanza coperta in 12’ su un percorso pianeggiante con un ritmo costante e adeguato alle capacità del soggetto.

Nato come test da campo per la valutazione del VO2max, può essere utilizzato per  calcolare la SAn attraverso tabelle di valutazione che trasformano il risultato cronometrico in una stima del VO2max.

Il test è fortemente influenzato dalla motivazione del soggetto, dalla tecnica di corsa e poi dalle accelerazioni del tratto finale.

Test di Conconi

Come descritto qualche mese fa in questo articolo Test Conconi: che cos’è è un test indiretto che mette in relazione la velocità di corsa (e quindi l’intensità dello sforzo) con la frequenza cardiaca.  Ideato dal Prof. Mognoni, non è invasivo ed è di breve durata; ha il pregio di non portare al completo esaurimento delle risorse dell’atleta che lo esegue, evitando i conseguenti stati di affaticamento fisici e mentali, inoltre ha costi ridottissimi per quanto riguarda le attrezzature necessarie per poterlo effettuare.

Il protocollo esecutivo prevede un incremento lineare della velocità (o della potenza) ogni 20/30 secondi, in modo che la frequenza cardiaca non subisca balzi superiori a 10 battiti il minuto. Al termine d’ogni intervallo (almeno dieci) si rilevano i dati della velocità e della frequenza cardiaca che vengono poi trasferiti su un piano di assi cartesiani.

Ne risulterà un grafico in cui i punti si disporranno lungo una retta con un andamento lineare fino ad un certo carico, oltre il quale si osserverà una disposizione curvilinea dei punti. Il punto di passaggio tra la prima linea – quella retta – e la seconda, quella che curva o flette, è definita come velocità o potenza di “deflessione”, o punto di flesso, ovvero di Soglia anaerobica.

Test di Leger

Il Test di Leger, ideato dal Prof. Leger. sono test a navetta con corsa continua che viene utilizzata molto nel calcio per  valutare in maniera indiretta il VO2max.

Il test consiste nell’andare avanti-indietro (a navetta), correndo tra due linee poste alla distanza di 20 metri l’una
dall’altra, ad un ritmo scandito da una lepre acustica. Inizia con una velocità predeterminata di 8,5 km/h che aumenta lentamente e progressivamente ogni minuto (Leger, 1984). Il soggetto dovrà seguire il progressivo aumento della velocità il più a lungo possibile.

Il test termina quando il soggetto non è più in grado di rispettare il ritmo. A questo punto si registra il numero di navette percorse da cui si deducono, attraverso delle specifiche tabelle, la distanza coperta, la velocità di corsa e il VO2max.

VO2max: quali riflessioni fare

Dopo aver analizzato alcuni test indiretti e presentato il modo migliore per valutare il VO2max, attraverso un test incrementale con metabolimetro, dobbiamo fare alcune riflessioni.

Il VO2max è davvero così indispensabile negli sport di squadra? Probabilmente è interessante valutarlo si ma solamente con un test diretto che abbia una validità e mostri un affidabilità della misura molto più elevata rispetto ad un test indiretto.

Purtroppo i test indiretti, anche se validati, non riescono a individualizzare alcuni particolari della valutazione delle capacità fisiche che il soggetto deve avere. Infatti, se si trascura l’aspetto coordinativo (del costo energetico) si rischia di prendere un numero che non è rappresentativo del reale stato di forma dell’atleta.

Negli sport individuali, es. ciclismo e resistenza, allora si che la determinazione di questo parametro con un test diretto riveste un aspetto fondamentale nella programmazione. Attraverso centinaia di allenamenti mirati al miglioramento dei parametri allenanti si può ottenere un vantaggio. Questa cosa non si può affermare negli sport di squadra, dove si le capacità fisiche sono importanti ma conta di più l’aspetto tecnico, tattico e strategico specifico della disciplina allenata.

 

 

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